Guida Completa Alle Nozioni Di Base Sulla Marijuana Terapeutica
In questo articolo daremo uno sguardo più approfondito alla marijuana terapeutica e a tutto ciò che dovete sapere a tale riguardo.
Indice:
- Cos’è la marijuana medica?
- Che cos'è la cannabis?
- Comprendere i composti della cannabis
- L'effetto entourage
- Conoscere il proprio sistema endocannabinoide
- Cannabis come medicina
- Il cbd è efficace senza thc?
- Ricerca sulla cannabis medica
- Come accedere alla marijuana terapeutica
- Leggi sulla marijuana e cannabinoidi sintetici
- Come usare la marijuana terapeutica
- Come dosare la cannabis terapeutica
- Effetti collaterali della marijuana medica
- La marijuana terapeutica crea dipendenza?
- Il futuro della marijuana medica
La cannabis contiene centinaia di molecole importanti. Molte di queste sostanze, tra cui THC e CBD, hanno mostrato un potenziale in studi scientifici e rapporti aneddotici. Scopri esattamente come funziona la marijuana medica, se crea dipendenza e se provoca effetti collaterali.
Cos’è la marijuana medica?
La marijuana medica e quella ricreativa sono essenzialmente lo stesso prodotto utilizzato per scopi diversi. I fiori di cannabis contengono alti livelli di sostanze come THC e CBD, che i ricercatori stanno esplorando in laboratorio.
Quando sono state utilizzate per uno scopo specifico, molte di queste molecole hanno mostrano i primi segnali promettenti negli studi su colture cellulari ed animali, oltre ad un numero limitato di studi su pazienti.
Sebbene i resoconti aneddotici affermino che alcune persone traggano grandi benefici dall’uso di marijuana medica, fumare erba certamente non serve come una bacchetta magica che previene e cura le malattie.
I pazienti usano la cannabis medica in vari modi, tra cui la vaporizzazione di fiori ed estratti grezzi, il consumo di edibili o la somministrazione di oli sublinguali.
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Lacune nella ricerca
La mancanza di dati verificabili mette seriamente in discussione la validità di rapporti aneddotici apparentemente miracolosi riguardanti la marijuana medica. Sebbene gli scienziati abbiano indagato a fondo la cannabis per oltre un secolo, decenni di proibizionismo hanno ostacolato la nostra comprensione dell’erba e dei suoi effetti medicinali.
Attualmente, la Drug Enforcement Agency (DEA) negli Stati Uniti classifica la cannabis come droga[1], insieme a LSD, eroina e peyote. Per definizione, le sostanze di questa categoria non hanno un uso medico accettato e possiedono un alto potenziale di abuso. Questo contraddice l’uso reale dell’erba nel paese, dove ai cittadini viene prescritta cannabis per condizioni mediche in 36 stati. L’uso di cannabis è ancora tecnicamente vietato dal diritto anche nell’UE, nonostante alcuni paesi membri ne abbiano legalizzato l’uso per specifiche condizioni cliniche.
Che cos'è la cannabis?
La cannabis è un genere di pianta da fiore appartenente alla famiglia delle Cannabaceae, in cui rientrano anche il luppolo e gli alberi Celtis. Le piante di cannabis sono dioiche (ovvero sviluppano separatamente piante maschili e femminili) e la maggior parte dei prodotti a base di cannabis, consumati sia a fini ricreativi che terapeutici, sono principalmente composti dai fiori delle piante femmina.
Si discute molto sulla corretta tassonomia delle piante di cannabis, ma in genere vengono suddivise nelle seguenti specie: cannabis indica, cannabis sativa e cannabis ruderalis.
Comprendere I composti della cannabis
La pianta di cannabis contiene oltre 400 composti chimici diversi. Di questi, oltre 100 sono cannabinoidi, composti che possono agire direttamente o indirettamente sui recettori dei cannabinoidi.
I due componenti più noti della cannabis sono il THC (tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo). Il THC è il componente principale contenuto nella marijuana ed è ciò che conferisce a questa pianta i suoi effetti inebrianti. Il CBD, invece, si trova normalmente in concentrazioni più elevate nelle varietà di canapa o di cannabis specificamente ibridate per aumentare il contenuto di questo cannabinoide.
Oltre ai cannabinoidi, la cannabis contiene anche altri importanti composti, come i terpeni. Questi si trovano negli oli essenziali delle piante e svolgono un ruolo chiave nel dare alla cannabis i suoi caratteristici aromi.
Ogni pianta di cannabis possiede un proprio profilo chimico distintivo. Alcune piante, ad esempio, possono avere concentrazioni più alte di alcuni cannabinoidi e terpeni rispetto ad altre. Ciò è dovuto alla genetica delle diverse varietà.
L'effetto entourage
Finora, quasi tutte le ricerche condotte sulla cannabis si concentrano sull'analisi degli effetti dei singoli composti isolati e, nonostante ci stiano dando molte informazioni su questi composti, tali scoperte stanno tuttora sollevando numerose perplessità sulle specifiche proprietà della cannabis.
Il termine "effetto entourage" fu descritto per la prima volta da Raphael Mechoulam, un eminente ricercatore israeliano nel campo della cannabis. Nel 1998, Mechoulam ed un gruppo di colleghi descrissero l'effetto entourage in un articolo[2] pubblicato sull'European Journal of Pharmacology. Il documento descrive come gli effetti della cannabis non siano solo provocati dalle singole sostanze chimiche contenute nella cannabis, ma anche dai meccanismi con cui queste sostanze chimiche interagiscono tra di loro all'interno del nostro corpo.
Un semplice esempio di effetto entourage può essere osservato nell'interazione tra THC e CBD. Numerosi studi hanno dimostrato che il CBD può ridurre[3] alcuni degli effetti psicotropi del THC, influenzando la capacità di questa sostanza chimica di legarsi ai recettori CB1 nel cervello e nel corpo.
Possiamo trovare altri esempi di effetto entourage confrontando gli effetti dei cannabinoidi sintetici nella loro forma isolata, come ad esempio il dronabinol (THC puro sintetico), con quelli dei cannabinoidi naturali. Gli effetti del dronabinol sono molto diversi da quelli del THC, ed i suoi effetti collaterali tendono ad essere molto più intensi e prolungati.
Queste differenze possono risultare difficili da capire, dato che il dronabinol è strutturalmente molto simile al THC. Tuttavia, le forti differenze tra gli effetti del dronabinol e quelli del THC sono probabilmente dovute all'effetto entourage, poiché il dronabinol contiene solo THC puro, mentre la cannabis contiene una pletora di altri componenti.
Conoscere il proprio sistema endocannabinoide
Per comprendere meglio questo argomento, dobbiamo prima conoscere il sistema endocannabinoide, un sistema che media gli effetti della cannabis all'interno del nostro corpo.
Il sistema endocannabinoide (SEC) è sostanzialmente un sistema di regolazione. Alcuni lo considerano il principale sistema omeostatico del corpo, incaricato di mantenere un attento equilibrio volto ad ottimizzare le funzioni del nostro organismo.
Il sistema è composto fondamentalmente da 3 componenti principali:
- Endocannabinoidi, come l'anandamide e il 2-AG. Questi composti sono simili ai cannabinoidi presenti nella cannabis, ma sono prodotti in modo naturale all'interno del nostro corpo.
- Recettori di cannabinoidi CB1 e CB2, incaricati di ricevere gli endocannabinoidi. I recettori CB1 sono presenti in maggiori concentrazioni nel cervello, mentre quelli CB2 si trovano soprattutto nelle cellule immunitarie.
- Enzimi, come l'ammide idrolasi degli acidi grassi e il citocromo P450, incaricati di sintetizzare, trasportare e metabolizzare i cannabinoidi.
Il corpo produce endocannabinoidi in risposta ad un'ampia varietà di fattori, tra cui l'esercizio, lo stress, il momento della giornata ed altro ancora. Quando ci troviamo di fronte ad un evento stressante, ad esempio, i nostri corpi producono endocannabinoidi per aiutare a minimizzare gli effetti negativi dello stress.
Questi endocannabinoidi vengono quindi trasportati fino ad attivare specifici recettori. Per visualizzare meglio questo meccanismo, possiamo paragonare i recettori dei cannabinoidi a delle serrature e gli endocannabinoidi a delle chiavi. Quando un endocannabinoide attiva un recettore, scatena nel nostro corpo una specifica risposta.
Allo stato attuale, la ricerca mostra che il sistema endocannabinoide è coinvolto in una pletora di processi corporei, che includono:
Infiammazione e dolore | Umore e desiderio sessuale |
Sonno | Temperatura corporea e funzione immunitaria |
Digestione | Risposta allo stress |
Infiammazione e dolore | Umore e desiderio sessuale | Sonno |
Temperatura corporea e funzione immunitaria | Digestione | Risposta allo stress |
Cannabis come medicina
Il sistema endocannabinoide fu scoperto nel 20° secolo grazie alla determinazione di alcuni ricercatori nello scoprire i meccanismi dietro i caratteristici effetti inebrianti della cannabis. Oggi, si ritiene che il SEC possa essere un potenziale bersaglio terapeutico per un'ampia varietà di problemi di salute, e le terapie a base di cannabis stanno diventando sempre più popolari.
Fino ad ora, la maggior parte delle ricerche sulla cannabis terapeutica si è concentrata sul THC e sul CBD. Il THC è un agonista del CB1, il che significa che si lega direttamente ai recettori CB1. Quando ciò avviene, offre una serie di effetti che variano a seconda della via di somministrazione, della dose, nonché dell'individuo e della sua sensibilità alla cannabis.
In compenso, il CBD è molto più complesso. A differenza del THC, il CBD ha una bassa affinità con entrambi i recettori dei cannabinoidi. Tuttavia, agisce sui recettori di serotonina, vanilloidi, GABA, gamma e molti altri ancora. È stato inoltre dimostrato che il CBD agisce attraverso 60 diversi percorsi molecolari.
Di fatto, con il termine cannabis terapeutica ci si riferisce all'uso dei componenti della cannabis per ripristinare gli equilibri all'interno del sistema endocannabinoide e, di conseguenza, per alleviare una serie di problemi di salute e i loro sintomi.
Tuttavia, comprendere la cannabis e il modo in cui esercita una tale varietà di effetti sul nostro corpo può essere difficile.
Il CBD è efficace senza THC?
Il CBD sembra funzionare bene senza THC. Molte persone riferiscono buoni risultati quando usano prodotti a base di olio di CBD che contengono solo tracce di THC.
Alcuni pazienti ed aziende sono sostenitori dell’isolamento dei cannabinoidi per i loro effetti individuali nella speranza di ottenere grandi dosi di molecole isolate. Sebbene alcune persone riportino benefici utilizzando questo metodo, la ricerca più recente indica maggiori vantaggi nell’utilizzo dell’intera pianta, proprio come la natura intende.
I fiori di cannabis contengono oltre 100 cannabinoidi ed oltre 200 terpeni. Sebbene questi composti offrano i propri effetti anche isolati, sembrano funzionare meglio se associati tra loro poiché creerebbero un effetto entourage[4]. La ricerca suggerisce che cannabinoidi e terpeni possano entrare in sinergia per produrre risultati migliori. Questo implica che CBD e THC funzionano bene insieme (oltre che separatamente).
Ha inoltre iniziato a prendere piede una visione comune, secondo cui le persone vedono il CBD come la molecola medicinale non psicoattiva, mentre percepiscono il THC come componente psicoattivo ricreativo “divertente”. Questo è molto lontano dalla verità. Numerosi studi oggi in corso stanno esplorando anche il potenziale medico del THC.
Anche le mosse e gli investimenti delle aziende farmaceutiche testimoniano l’emergere del THC come cannabinoide medico di normale utilizzo. Ad esempio, Insys Therapeutics ha creato una forma sintetica di THC, nota come dronabinol.
È interessante notare che la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti ha approvato il farmaco come sicuro ed efficace per l’anoressia indotta da HIV/AIDS[5] e per nausea e vomito indotti dalla chemioterapia[6].
La DEA ha anche spostato il dronabinol dalla tabella 1 dei narcotici alla tabella 2, lasciando invece la cannabis chiusa nella categoria più restrittiva.
Ricerca sulla cannabis medica
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Infiammazioni
Esistono numerose ricerche che dimostrano come il sistema endocannabinoide svolga un ruolo chiave nella regolazione dei processi infiammatori[7]. Inoltre, studi preclinici hanno dimostrato che i cannabinoidi possono ridurre modelli animali di infiammazione[8] associati a vari problemi di salute. Una revisione del 2018[9] suggerisce il potenziale dei cannabinoidi per alleviare i sintomi dell'osteoartrosi attraverso la catalizzazione dell'azione antinfiammatoria, analgesica e antinocicettiva dal sistema endocannabinoide. I ricercatori sottolineano però che pochi studi clinici sono stati finora condotti sulla sicurezza e l'efficacia della cannabis terapeutica in questo ambito.
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Dolori
Il sistema endocannabinoide svolge un ruolo importante nei processi attraverso cui percepiamo e reagiamo al dolore. La ricerca ha scoperto la presenza di recettori di cannabinoidi nei siti presinaptici[10] distribuiti in tutto il nostro sistema nervoso centrale e periferico. I cannabinoidi che agiscono su questi recettori possono alterare la trasmissione dei segnali del dolore. È per questo che i cannabinoidi sono diventati un argomento di interesse nel trattare un'ampia varietà di tipi di dolore, inclusi sia il dolore nocicettivo derivato da lesioni, sia il dolore neuropatico causato da patologie come la sclerosi multipla.[11]
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Disturbi della pelle
Anche sulla pelle è presente il sistema endocannabinoide[12], che può essere attivato usando prodotti a base di cannabis come creme, balsami, oli ed altro. Questa scoperta ha dato vita ad un'enorme industria di prodotti topici a base di cannabis efficaci contro acne, reazioni allergiche, dermatiti, psoriasi ed altro ancora.
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Condizioni di salute mentale
La ricerca sui cannabinoidi per la salute mentale è ancora incomprensibilmente limitata, sebbene sia stato dimostrato negli studi preliminari che i cannabinoidi mostrano potenziale neuroprotettivo.[13] Si pensa inoltre che i cannabinoidi promuovano la neurogenesi[14] (la creazione di nuove cellule cerebrali) in aree chiave del cervello associate alla salute mentale.
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Tumori
Uno dei ruoli del sistema endocannabinoide è quello di regolare la crescita e la morte delle cellule. Negli ultimi anni, questa scoperta ha sollevato molte discussioni sul potenziale utilizzo dei cannabinoidi nel trattamento dei tumori. Sebbene sia ancora agli inizi, una nuova ricerca suggerisce che le terapie con cannabinoidi possono essere efficaci nel regolare la crescita e la diffusione dei tumori.[15]
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Nausea, vomito, appetito
La ricerca ha evidenziato un legame tra THC e CBD[16] e nausea e vomito[17] nei modelli animali.
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Disordini del sonno
Dati gli effetti spesso sedativi della cannabis ricca di THC (specialmente in grandi quantità), è ovvio che la cannabis potrebbe avere un potenziale come prezioso aiuto per il sonno. Sfortunatamente, la ricerca di alta qualità in questo settore è scarsa, ma poiché esistono resoconti aneddotici sugli effetti sedativi e di induzione del sonno causati dalle varietà indica potenti, chi cerca di accelerare il suo viaggio verso la terra dei sogni potrebbe considerare una cannabis ricca di THC per facilitare il processo. Anche il CBD viene studiato[18] per il suo potenziale in quest’ambito, ma i risultati non sono ancora conclusivi.
Come accedere alla marijuana terapeutica
Alcuni Paesi hanno già legalizzato la cannabis a fini terapeutici, come Olanda, Lussemburgo, Germania, Canada, Australia e molti altri Stati degli USA. I programmi sulla marijuana terapeutica differiscono da una regione all'altra, e a volte di molto. In generale, tuttavia, la maggior parte dei Paesi ha legalizzato la cannabis per trattare un determinato elenco di disturbi. I pazienti con questi disturbi devono ricevere la corrispondente diagnosi da un medico professionista, che procederà prescrivendo l'uso di cannabis o consegnando una tessera per acquistare marijuana terapeutica in dispensari o farmacie.
Leggi sulla marijuana e cannabinoidi sintetici
La cannabis rimane illegale per uso medico in molti paesi europei, ma alcuni governi hanno iniziato ad allentare le restrizioni sui medicinali a base di cannabis. Si tratta spesso di creazioni sintetiche e brevettate che imitano gli effetti della cannabis. Alcune giurisdizioni consentono l’uso dei fiori, anche se è meno comune.
Questi prodotti sono:
Nabilone | Un cannabinoide sintetico che imita il THC, prescritto per il trattamento del dolore neuropatico e di nausea e vomito causati dalla chemioterapia. |
Dronabinol | Altra versione sintetica del THC usata per trattare gli effetti collaterali della chemioterapia e la perdita di peso associati HIV ed AIDS. |
Epidiolex |
Medicinale approvato dalla FDA che contiene CBD, usato per trattare le crisi epilettiche. |
Sativex |
Formula che contiene THC e CBD, usata per trattare la spasticità nella sclerosi multipla. |
Nabilone | Un cannabinoide sintetico che imita il THC, prescritto per il trattamento del dolore neuropatico e di nausea e vomito causati dalla chemioterapia. |
Dronabinol |
Altra versione sintetica del THC usata per trattare gli effetti collaterali della chemioterapia e la perdita di peso associati HIV ed AIDS. |
Epidiolex |
Medicinale approvato dalla FDA che contiene CBD, usato per trattare le crisi epilettiche. |
Sativex |
Formula che contiene THC e CBD, usata per trattare la spasticità nella sclerosi multipla. |
Come usare la marijuana terapeutica
La marijuana terapeutica è disponibile in molte forme diverse, tra cui:
- Tinture ed oli di cannabis: Le tinture sono prodotte estraendo i composti della cannabis attraverso un alcol ad alta gradazione, mentre gli oli sfruttano un olio vettore (come gli oli di trigliceridi a catena media MCT, di semi di canapa o d'oliva). Questi prodotti possono contenere CBD, THC e qualsiasi altro composto presente nella cannabis. Alcuni prodotti contengono anche altri ingredienti per offrire un tipo di sollievo più specifico per un particolare disturbo o sintomo. Le tinture e gli oli vengono normalmente somministrati sotto la lingua, dove vengono assorbiti attraverso le mucose della bocca e fanno effetto dopo circa 15 minuti.
- Edibili: Gli alimenti a base di cannabis sono disponibili in diverse forme. Possono contenere alte dosi di cannabinoidi e devono essere metabolizzati all'interno del tratto digerente per avere effetto. Questo può richiedere fino ad un'ora o più, ma il rilascio di composti all'interno del corpo è molto più lento e prolungato.
- Capsule: Le capsule contengono una singola dose di olio di cannabis. Vengono deglutite e, come gli edibili, devono essere metabolizzate dall'apparato digerente per avere effetto.
- Prodotti ad uso topico: I prodotti topici a base di cannabis, come le creme e i balsami, vengono applicati direttamente sulla pelle. Possono contenere un'ampia gamma di ingredienti efficaci per combattere i sintomi di infiammazioni, pruriti, arrossamenti, dolori, acne, eruzioni cutanee ed altro ancora. Di solito, i prodotti topici a base di cannabis richiedono circa 10 minuti per fare effetto. I cannabinoidi contenuti in questi prodotti offrono sollievo locale, senza entrare in contatto con il flusso sanguigno.
- Infiorescenze: Le infiorescenze di cannabis essiccate sono ricche di tricomi, contenenti cannabinoidi, terpeni ed altri composti che conferiscono alla cannabis le sue speciali proprietà medicinali. Questi fiori vengono solitamente fumati o vaporizzati, ma possono essere anche infusi in oli, burro ed altro. Le piante di cannabis terapeutica possono essere anche coltivate partendo da semeo da clone, a seconda della disponibilità e dell'impianto di coltivazione.
- Concentrati: I concentrati di cannabis sono ottenuti estraendo i componenti chiave dal materiale vegetale delle piante di cannabis, al fine di produrre un potente estratto. Questi concentrati possono avere diversi nomi, tra cui hashish, olio, dab, e molti altri. Vengono normalmente vaporizzati con particolari pipe o vaporizzatori, ma possono essere anche fumati o aggiunti in alimenti.
- Cerotti transdermici: I cerotti transdermici alla cannabis, come suggerisce il loro nome, sono cerotti topici che rilasciano cannabinoidi attraverso la pelle fino a raggiungere il sangue. Questo li rende unici rispetto agli altri prodotti topici, perché offrono un rilascio di cannabinoidi costante e prolungato nel nostro organismo.
Come dosare la cannabis terapeutica
Quando si tratta di usare la cannabis a fini terapeutici, il dosaggio assume un'importanza vitale. Purtroppo, la cannabis agisce sulle persone in modo molto diverso, il che significa che non esistono ancora linee guida rigorose su come dosare correttamente i farmaci a base di cannabis.
Quando si somministra THC, i pazienti possono già notare sollievo con microdosi da 2,5mg. Il microdosaggio è diventato molto popolare perché consente alle persone di trovare sollievo dai loro sintomi senza avvertire gli effetti travolgenti ed inebrianti normalmente indotti dal THC a dosi più elevate. Altri pazienti, tuttavia, potrebbero aver bisogno di dosi maggiori per notare sollievo.
Anche la somministrazione di CBD è molto personale e, di solito, richiede diversi tentativi prima che il paziente trovi la dose più appropriata. Normalmente, si raccomanda ai pazienti di iniziare con piccole dosi di CBD e di aumentarle nel tempo. Il principio è quello di alzare le dosi gradualmente, fino ad assumere la quantità giusta per ottenere il massimo sollievo, ma senza effetti collaterali.
Sfortunatamente, le informazioni sui dosaggi degli altri cannabinoidi, come CBN, CBG e CBC, sono ancora scarse, in quanto si tratta di composti molto meno studiati rispetto al THC e al CBD.
Effetti collaterali della marijuana medica
Come tutte le medicine, anche la cannabis ha una propria serie di effetti collaterali. A differenza degli oppioidi e di altre sostanze che possono portare a frequenti overdose, la cannabis non sopprime lo stimolo del cervello che attiva l’apparato respiratorio. Pertanto, i casi di sovradosaggio da cannabis sono quasi inesistenti.
Tuttavia, la cannabis può avere effetti sia a breve che a lungo termine. Ci sono grandi preoccupazioni sull’uso della cannabis tra gli adolescenti e su come l’erba possa avere un impatto negativo sul cervello in via di sviluppo[19].
Gli effetti collaterali della cannabis differiscono a seconda del cannabinoide primario in gioco. Ad esempio, il THC e il CBD producono effetti molto diversi.
I possibili effetti collaterali del THC includono:
Occhi rossi | Bocca asciutta |
Memoria alterata | Ansia |
Paranoia | Panico |
Aumento della frequenza cardiaca | Ridotti tempi di reazione |
Difficoltà di coordinamento |
Occhi rossi | Bocca asciutta | Memoria alterata |
Ansia | Paranoia | Panico |
Aumento della frequenza cardiaca | Ridotti tempi di reazione | Difficoltà di coordinamento |
I possibili effetti collaterali del CBD includono:
Vertigini | Diarrea |
Perdita di peso | Fatica |
Cambiamenti nell’appetito | Sonnolenza |
Vertigini | Diarrea | Perdita di peso |
Fatica | Cambiamenti nell’appetito | Sonnolenza |
La marijuana terapeutica crea dipendenza?
I consumatori di marijuana medica possono diventare dipendenti dalla cannabis, anche se il rischio è generalmente considerato basso. Conosciuto come disturbo da uso di marijuana, la dipendenza dall’erba può avere un impatto sul sistema di ricompensa del cervello e persino provocare cambiamenti nel sistema della dopamina[20], una rete responsabile delle sensazioni di piacere.
La ricerca mostra casi di disturbo da uso di marijuana in aumento[21] negli stati americani che hanno approvato misure per legalizzare la cannabis ricreativa. I dati suggeriscono che una gran parte dei consumatori di cannabis sia adulta, che giovane sia a rischio significativo[22] di sviluppare la condizione, anche se inizialmente non usano cannabis così spesso.
Tuttavia, la legalizzazione della marijuana in queste aree sembra ridurre i casi di overdose fatale da oppiacei[23].
Proprio come la dipendenza da qualsiasi sostanza, il disturbo da uso di marijuana si manifesta con l’uso cronico dell’erba, con sensazioni di dipendenza e persino con sintomi di astinenza[24].
La maggior parte di questa ricerca si concentra sulla dipendenza da cannabis per quanto riguarda la marijuana ad alto contenuto di THC, ma ora i ricercatori stanno cercando di verificare l'efficacia del CBD[25] nell'aiutare le persone a combattere la dipendenza, con alcuni studi[26] specifici che ne stanno esaminando l’efficacia contro la dipendenza da cocaina e metanfetamina.
Il futuro della marijuana medica
La marijuana medica è ancora nelle fasi iniziali. Mentre il proibizionismo continua a cadere in tutto il mondo, gli scienziati sono oggi in grado di studiare la cannabis con maggiore profondità e capacità di comprensione. I ricercatori hanno iniziato a svelare gli effetti e le sinergie di centinaia di altri cannabinoidi e terpeni, facendoci sperare in enormi passi avanti nel prossimo futuro.
CBD e THC sono sostanze promettenti, ma sono solo una minima parte del cocktail chimico della cannabis. In futuro, probabilmente vedremo miscele di cannabinoidi e terpeni personalizzate su misura per singoli individui e per specifiche condizioni di salute.
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