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La marijuana di oggi è molto più potente rispetto al passato?
È vero che la cannabis di oggi è molto più forte di quella degli anni ’60 e ’70? In questo articolo daremo uno sguardo approfondito alle dicerie che circolano sulla potenza della cannabis e valuteremo la loro veridicità. Potreste rimanere sorpresi di vedere quante cose sono cambiate in un periodo apparentemente breve.
Indice:
La potenza è uno degli aspetti più importanti nel mondo della cannabis. Negli ultimi anni, si è molto discusso sulle differenze di potenza tra l'erba di oggi e quella apparentemente meno buona e piena di semi usata dagli hippy negli anni ’60 e ’70. Ma quanto era diversa la marijuana degli hippy da quella legalmente venduta ai giorni nostri in dispensari, coffeeshop e cannabis club? Continuate a leggere per scoprirlo.
La marijuana è più forte rispetto al passato?
Sì, la cannabis di oggi è decisamente più forte di quella che fumavano i nostri genitori e nonni. Sebbene il proibizionismo abbia inevitabilmente costretto l’intero movimento cannabico a nascondersi per decenni, ciò non ha impedito a genetisti e coltivatori di cannabis di fare grandi progressi nell’aumentare la potenza dell’erba.
Come vedremo in seguito più dettagliatamente, la potenza della cannabis è aumentata incredibilmente (di oltre il 300%) negli ultimi 40 o 50 anni. Alcuni dei principali fattori che hanno influenzato questo importante incremento di potenza includono la domanda dei consumatori, le nuove tecniche e tecnologie di coltivazione ed altro ancora.
Com’è cambiata la potenza della cannabis dal 1995 al 2018?
Nel settembre del 2019, il Centro Nazionale Statunitense per la Ricerca sui Prodotti Naturali (NCNPR - US National Center for Natural Products Research) pubblicò una revisione dettagliata della potenza della cannabis come parte del suo programma trimestrale di monitoraggio della potenza. La revisione fu condotta dalla facoltà di farmacia dell’Università del Missisippi, che analizzò un totale di 486 campioni di cannabis: 477 erano infiorescenze di cannabis essiccate e conciate e 9 erano oli di hashish più potenti.
Ogni campione fu analizzato mediante gascromatografia (GC) per determinare la sua potenza in THC e la concentrazione di cannabinoidi secondari come parte integrante del suo profilo chimico. Ciò includeva CBD, CBC, delta-8-THC, CBN, CBG e THCV. Dopo aver esaminato la potenza di tutti i campioni, i ricercatori confrontarono i risultati con tutti i campioni raccolti e testati dal 1995: 56.949 campioni di infiorescenze di cannabis, 888 campioni di hashish e 468 campioni di olio di hashish.
Lo studio dimostrò che la potenza della cannabis era chiaramente aumentata dalla metà degli anni ’90. Nel 1995, la percentuale di THC di tutti i campioni era in media di circa 3,5%. Nel 2005, la concentrazione media di THC si aggirava invece intorno al 7% e nel 2018 i livelli erano appena superiori al 15%.
Il rapporto THC:CBD è cambiato
La cannabis è drasticamente cambiata negli ultimi 40 anni e non solo per quanto riguarda il suo contenuto di THC. Fortunatamente, i movimenti per la legalizzazione e le nostre mutevoli percezioni della cannabis hanno aperto la strada a studi e rapporti che hanno colmato molte lacune nella nostra comprensione di questa antica pianta.
Con il passare degli anni, abbiamo iniziato a conoscere sempre di più la cannabis e la sua particolare e complessa azione sul nostro corpo. Questo ci ha permesso di capire che c’era molto di più del solo THC. La cannabis di oggi non è cambiata solo dal punto di vista del suo contenuto di THC, ma anche le concentrazioni degli altri cannabinoidi e composti, in particolare il CBD, hanno subito variazioni.
Di conseguenza, il mercato ha visto un costante aumento delle cultivar che esprimono diversi rapporti CBD:THC, in particolare quelli con una suddivisione 1:1.
Una nota sui test condotti sulla cannabis e come potrebbero aver contribuito a cambiare la potenza
Sebbene la cannabis dei giorni nostri sia innegabilmente più potente della cannabis degli anni ’70, ’80, ’90 e 2000, c'è da sottolineare che i test condotti sulla cannabis sono drasticamente cambiati.
Oggi, la cannabis viene coltivata su tutto il territorio statunitense grazie al boom dei mercati legali ricreativi e terapeutici in California, Colorado, Nevada, ecc. Ciò significa che i campioni sono oggi molto più freschi di quanto non lo fossero 30–40 anni fa, quando la maggior parte della cannabis coltivata nel mondo proveniva da Colombia e Messico. Il THC si degrada gradualmente con il passare del tempo e ancora più velocemente se esposto all’aria, al calore o alla luce. Pertanto, è molto probabile che i campioni di cannabis degli anni ’80 e ’90 fossero meno potenti perché analizzati dopo mesi o addirittura anni dal raccolto.
Cosa ha fatto aumentare la potenza della cannabis nel tempo?
Alla RQS crediamo fermamente che la potenza della cannabis sia aumentata notevolmente negli ultimi 50 anni. Siamo arrivati a questa conclusione non solo grazie ai risultati del programma di monitoraggio della potenza della cannabis condotto dal Centro Nazionale Statunitense per la Ricerca sui Prodotti Naturali e di altri studi analoghi, ma anche perché sappiamo quanto l’ibridazione e la coltivazione della cannabis siano cambiate dagli anni ’60 e ’70 ad oggi.
Allo stesso tempo, non dobbiamo assolutamente sottovalutare le variabili che possono aver influenzato i dati presentati in queste analisi.
Una nota sulla “Iron Law of Prohibition”
Tra gli innumerevoli dibattiti sulla potenza della cannabis, spesso emerge la cosiddetta “Iron Law of Prohibition” (legge ferrea del proibizionismo). Questa teoria, coniata per la prima volta da Richard Cowan nel 1986, afferma sostanzialmente che il proibizionismo della cannabis o di qualsiasi altra sostanza stupefacente porta inevitabilmente queste droghe a diventare molto più potenti e concentrate.
Cowan sostiene che il proibizionismo sia tra i principali responsabili dell’aumento di potenza della cannabis, poiché incoraggia automaticamente i produttori di cannabis a creare varietà più potenti da vendere ad un prezzo più elevato, riducendo i rischi di essere scoperti dalle autorità.
Cowan ha anche ampliato la sua teoria alla cocaina e all’eroina, che secondo lui hanno guadagnato popolarità perché più facili da contrabbandare rispetto alle loro controparti meno potenti (foglie di coca ed oppio). E, ovviamente, anche il loro prezzo è maggiore a causa del loro sistema di produzione più elaborato e della loro maggiore potenza.
Come la coltivazione di sinsemilla ha cambiato le regole del gioco
Sebbene la teoria della “legge ferrea del proibizionismo” di Cowan sia molto interessante, ci sono altri fattori che riteniamo abbiano inciso maggiormente sui cambiamenti radicali nella potenza della cannabis negli ultimi 4 o 5 decenni.
50 anni fa, la coltivazione della cannabis non era come oggi. Per gli standard odierni, la qualità della maggior parte dell’erba consumata dagli hippy negli anni ’60 e ’70 era piuttosto bassa. Le cime erano piccole, con poca resina e probabilmente piene di semi, foglie e rami. Questo perché la sinsemilla (la cannabis senza semi coltivata per essere fumata) non esisteva a quei tempi e nemmeno gli impianti di coltivazione di fascia alta che siamo abituati a vedere oggi.
La maggior parte della cannabis fumata dai nostri genitori e nonni era coltivata soprattutto all’aria aperta in Colombia, Messico o Marocco (che all’epoca erano alcuni dei più grandi Paesi produttori di cannabis).
Per facilitare il trasporto ed evitare di essere beccati dalle autorità, il materiale vegetale raccolto veniva spesso pressato in “mattoni” e conservato così per diversi mesi prima di arrivare nelle mani del consumatore finale. Le scarse conoscenze sulla coltivazione della sinsemilla combinate con i sistemi di trasporto scadenti hanno senza dubbio contribuito alla minore potenza del prodotto finito venduto sulle strade degli Stati Uniti e dell’Europa.
Il boom della cannabis indoor
La cannabis iniziò ad essere coltivata indoor negli anni ’80 e da allora la tecnologia necessaria per gestire le stanze e gli armadi di coltivazione indoor è migliorata esponenzialmente. Anche se non conosciamo chi abbia inventato la coltivazione della sinsemilla, sappiamo che la sua popolarità è cresciuta dagli anni ’80 in poi ed ha avuto un impatto incommensurabile sul modo in cui coltiviamo erba ai giorni nostri.
Oggi stiamo vivendo nell’epoca d’oro della cannabis. Molti cittadini possono entrare legalmente in un dispensario, coffeeshop o cannabis club ed accedere ad una cannabis fresca e di alta qualità, senza semi e ricca di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi, oltre ad un’ampia varietà di edibili, estratti, cere, tinture ed altro ancora.
Se siete coltivatori domestici, oggi potete accedere a migliaia di varietà prodotte da diverse seedbank, mentre negli anni ’60 i coltivatori hippy non potevano fare altro che coltivare i semi trovati in una busta d’erba. Oggi, potete procurarvi tutta l’attrezzatura necessaria per allestire una stanza o un armadio di coltivazione di prim’ordine per poco più di qualche centinaia di euro.
Anche i fertilizzanti per coltivare cannabis sono migliorati notevolmente e, grazie ad internet, i coltivatori di oggi hanno accesso a tutti i tipi di informazione per coltivare piante di cannabis più grandi, sane e potenti (una cosa che gli hippy degli anni ’60 e ’70 potevano solo sognare).
I tempi stanno cambiando: Cosa avrà in serbo per noi il futuro della cannabis?
Per molti anni, il THC è stato considerato il componente più importante della cannabis. Di conseguenza, la maggior parte delle varietà di cannabis immesse sul mercato negli ultimi 30 anni era prevalentemente incentrata su questo cannabinoide. Tuttavia, questo sta iniziando a cambiare man mano che la nostra comprensione della cannabis cresce e matura.
Grazie a nuove ricerche, stiamo iniziando a ricostruire la nostra profonda conoscenza collettiva della cannabis, dei composti che contiene e del modo in cui interagiscono con i nostri corpi. Con ciò stiamo assistendo ad un enorme cambiamento nelle preferenze dei consumatori verso varietà più bilanciate in cannabinoidi e terpeni.
Ad esempio, stiamo imparando che, sebbene il THC sia un composto estremamente potente e benefico, ad alte dosi può causare effetti collaterali. Inoltre, risulta più efficace quando abbinato a composti secondari come CBD, CBG, CBN ed altri composti in concentrazioni più elevate.
Abbiamo appena iniziato a scalfire la superficie della conoscenza della cannabis e dovremo condurre ulteriori studi sulle proprietà uniche di questa pianta. Solo così potremo comprendere il suo vero potenziale e le migliori strategie per sfruttarla al meglio a beneficio delle nostre vite, indistintamente per scopi ricreativi, olistici o spirituali. Fortunatamente, siamo sempre più vicini a svelare l’importante ruolo della cannabis nella vita umana.