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Lo Stigma Contro i Genitori Che Fanno Uso di Cannabis
Dopo decenni di impegno civile, la marea potrebbe star cambiando per la legalizzazione della cannabis. Ma perfino in posti dove è legale, i genitori potrebbero comunque andare incontro a conseguenze gravi anche per un consumo perfettamente responsabile. È tempo di metter fine allo stigma che i genitori consumatori di cannabis subiscono ogni giorno.
Essere genitori è dura. Crescere un essere umano fino a che raggiunge l'età adulta è uno degli impegni più nobili che ci si possa assumere, e comporta una pressione continua, 24 ore su 24, riguardante qualunque tipo di questioni che possano sorgere. Ciascun genitore trova il proprio modo di farvi fronte. Si sa che molti, per esempio, apprezzano un bicchiere di vino la sera, per distendersi. Se un genitore bevesse molto alcool, ciò comprometterebbe la sua capacità di crescere i figli in modo sicuro; potrebbe perfino spingerli all'incuria o alla violenza. In situazioni estreme, potremmo arrivare fino a considerare un tale genitore come completamente incapace di crescere dei figli. Ma lo stesso non potrebbe dirsi se bevesse solo una quantità di alcool moderata, e nei momenti opportuni. Nessuno metterebbe in discussione le capacità di quel genitore dopo uno o due bicchieri di merlot.
Bere è stato considerato proprio come parte normale della vita, per tanto tempo. La cannabis lo è stata anch'essa, in molte parti del mondo, prima delle politiche proibizioniste del XX secolo. Il XXI secolo sta assistendo all'avvento della cannabis legale, regolamentata nello stesso modo in cui lo sono alcool e tabacco. Questo si sta accompagnando ad un panico morale, rispetto all'impatto che potrà avere sul consumo di cannabis da parte dei minori; e ciò a dispetto delle prime prove che mostrano un declino del consumo di cannabis fra gli adolescenti del Colorado, dopo che il loro Stato ha legalizzato la cannabis per i maggiori di 21 anni. Molti degli stessi consumatori di cannabis sono genitori, che hanno sviluppato parametri di responsabilità per il proprio consumo. Queste persone non hanno nulla di cui vergognarsi.
PUÒ LA CANNABIS ESSERE D'AIUTO PER I GENITORI?
Il paragone che abbiamo fatto fra alcool e cannabis potrebbe non essere molto appropriato. Dopo tutto, l'alcool comporta per la salute molti più rischi che non la cannabis. Né la cannabis può competere con l'alcool nello scatenare quel tipo di comportamenti aggressivi e tendenti all'abuso, che il consumo eccessivo di alcool è solito generare. La cannabis si accompagna ad effetti più “ammorbidenti”, ma non potrebbero tali effetti rendere un genitore apatico e ridurre le sue energie, interferendo con l'attenzione necessaria per badare ai bambini? Ciò si richiama agli stereotipi su chi si stona, considerato persona pigra e demotivata. Tali stereotipi persistono nonostante gli abbondanti esempi di consumatori di cannabis con una vita di successo.
Esistono anche differenze fra le varietà di cannabis disponibili, ed il loro relativo impatto. Si potrebbe sostenere la tesi che un consumo moderato di cannabis aiuta i genitori a sentire le gioie dell'essere tali. Per esempio, una varietà a dominante sativa, con la sua vibrazione tonificante, può aiutare chi ne consuma per concentrarsi, anche affrontando le ordinarie faccende di casa. Uno stato d'animo più giocoso potrebbe rendere il genitore più presente per il suo bambino al momento delle attività insieme. Varietà a dominanza indica possono aiutare a calmare una mente inquieta dopo una lunga giornata, favorendo quel sonno di cui i genitori hanno gran bisogno. Eppure, il concetto di genitori che fanno uso di cannabis è di per sé controverso, perfino in luoghi sotto la cui giurisdizione il consumo da parte degli adulti è legale.
UNA STIGMATIZZAZIONE INGIUSTA
C'è qualcosa di infantilizzante nell'essere considerati dei cattivi adulti a causa del consumo di cannabis. Specialmente laddove è stata legalizzata per l'uso da parte degli adulti, ma si viene comunque giudicati per il fatto di consumarne, perché si è genitori. Questo è ancor più causa di frustrazione, se si considera che da lunghissimo tempo è legale, per i genitori, abbandonarsi ad alcool, tabacco, e zucchero, senza che perciò vengano gettate ombre sulla loro persona. Queste sostanze, evidentemente, non sono state incluse nella rigida vita di ascetica responsabilità che si è tenuti a seguire per essere dei genitori rispettabili. Tale ridicola doppia-morale potrebbe non trovarsi applicata allo stesso modo a chi si sa che ne consuma per scopi terapeutici; ma perfino questa categoria di persone potrebbe andare incontro a conseguenze gravi, per il solo fatto di consumare un'erba medicalmente benefica.
CONSEGUENZE LEGALI
Un posto dove il regime legale ha creato molta confusione sono gli Stati Uniti d'America. Il governo federale, sotto la presidenza Obama, ha tollerato che degli Stati legalizzassero la vendita e produzione di cannabis per adulti maggiori di 21 anni. Il procuratore generale di Trump, Jeff Sessions, ha recentemente promesso un giro di vite sulla cannabis in quegli Stati. Cosa particolarmente aberrante, in quanto contraddice la politica di molti Stati che hanno legalizzato la cannabis terapeutica. C'era già abbastanza confusione riguardo alla posizione del governo federale sulla questione, ed ha già distrutto molte vite.
C'è stato il caso di una madre, Shona Banda, che ha perso l'affidamento del figlio. Dopo essersi trasferita in Kansas dal Colorado, dove l'erba è tollerata, ha continuato a fare uso di cannabis per trattare il morbo di Crohn, da cui è affetta. Aveva spiegato al figlio quale fosse l'impatto dal punto di vista medico, e i limiti per un uso responsabile; quando il figlio contestò una sconnessa presentazione scolastica sui pericoli delle droghe, venne interrogato perché rivelasse ciò che la madre gli aveva insegnato. Messa di fronte a cinque capi d'accusa penale, ha dovuto fare una richiesta di patteggiamento che ha comportato il suo trasferimento a Spokane, Washington.
C'è anche il caso di Max Lorincz, un abitante del Michigan e consumatore di marijuana medicinale. La polizia l'ha comunque arrestato, e messo sotto custodia il figlio. Un giudice alla fine ha archiviato le accuse contro di lui, ma Max sta tuttora lottando per riottenere la custodia del figlio. Un destino più infelice è toccato a Joshua Hill e Mary Sweeny, che stavano allevando la piccola Alexandria, di due anni. Il loro consumo serale e ricreativo fu denunciato, ed Alexandria fu messa sotto “custodia protettiva”. I suoi genitori adottivi si rivelarono dei consumatori di crack, e finirono col procurare ad Alexandria delle lesioni mortali. Questo è almeno un caso in cui un bambino piccolo è deceduto a causa delle severe leggi anti-cannabis del Texas.
COME EQUILIBRARE L'ESSERE I GENITORI E LA CANNABIS
Sono molte, molte di più, le storie colme di tragedia che colpiscono le famiglie con delle separazioni ingiuste. E questo senza parlare di quanto sproporzionatamente le persone di colore vengano fatte oggetto di persecuzioni per reati legati alla marijuana. Anche se non dovesse accadere niente di così estremo come la perdita della custodia, il consumo di cannabis potrebbe pur sempre scandalizzare qualche vicino o datore di lavoro ignorante. Se dei genitori possono permettersi di farsi piacere consumando dell'alcool, nel quadro di una equilibrata vita da genitori, e se la cannabis sta cominciando ad essere legalizzata con parametri simili a quelli dell'alcool, non si dovrebbero allora stigmatizzare i genitori per un consumo di cannabis corretto. Ovviamente, i genitori devono essere impeccabili nelle loro responsabilità, e mai tollerare il consumo ricreativo di cannabis da parte dei figli prima della maggiore età. Ma con un modo di comunicazione aperto, i genitori hanno trovato le maniere per educare i figli senza pregiudicare il loro benessere.
A livello di società, abbiamo bisogno di mettere in evidenza le storie più positive, in modo da aiutare a porre termine alla stigmatizzazione. Malgrado tutto, l'azienda produttrice di marijuana medicinale Eaze ha sui suoi clienti alcune interessanti statistiche. Hanno infatti scoperto che il 63% dei genitori interpellati consuma cannabis quotidianamente! E The Guardian ha intervistato dei genitori consumatori di cannabis, che hanno offerto consigli su come trovare un equilibrio fra la cannabis e l'allevamento dei figli. Qui di seguito trovate alcuni esempi.
CONSIGLI DAI GENITORI
“Se dei genitori possono andare da qualche parte e bere con moderazione vino o birra davanti ai loro bambini, allora fumarsi una canna non dovrebbe venir considerato come in alcun modo differente”. (Merry, Londra, Inghilterra)
“Non fumerei davanti ai miei bambini in questa fase. Non sono sicuro che trasmetterebbe loro fiducia e coerenza, ed è questo il mio lavoro di genitore”. (Buddy, 47, Los Angeles, California, USA)
“Bisogna sempre tenere a mente che c'è un tempo ed un luogo per ogni cosa. Questo è il nocciolo della questione. Se non è il momento per bere, non è neanche il momento per fumare. Questo mantiene le cose piuttosto equilibrate”. (Rob, 59, Gig Harbor, Washington, USA)
“Non fumavo erba davanti ai miei bambini quando erano più piccoli, non perché mi vergognassi del mio consumo di droga, ma perché è illegale, e non volevo incoraggiarli ad infrangere le leggi. Ora che sono cresciuti, ed hanno scoperto l'erba per proprio conto, fumo insieme a loro”. (Steve, 40, Aberdeen, Scozia)
“Sento che l'erba mi rende un genitore migliore, più calmo, più interattivo. Faccio a mia figlia più domande, ho la pazienza per sedermi ed insegnarle cose nuove, partiamo in lunghe passeggiate esplorative, e passo giocando con lei più tempo di quanto non farei se non fumassi; sento che ci ha veramente reso più vicine”. (Lucy, 25, Portsmouth, UK)