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By Ryan Najjar


Da quando la marijuana è diventato un argomento socialmente rilevante, le proteste contro questa sostanza sono state numerose. Per alcuni, la ganja comporta un alto rischio di overdose, secondo altri provoca danni immediati e irreparabili. Tra tutte queste ipotesi, la teoria della “droga di passaggio” è sempre stata l'argomento di discussione principale tra i detrattori della marijuana. Indipendentemente dalle ricerche svolte in passato, questo concetto venne acquisito come verità assoluta da una generazione reazionaria. In realtà, la questione presenta innumerevoli sfumature. Entrambe le fazioni devono infatti tenere in considerazione i fattori legislativi, sociali e biologici.

COS'È LA TEORIA DELLA DROGA DI PASSAGGIO?

Se non siete aggiornati sul tema della marijuana, potreste non aver mai sentito parlare del termine “droga di passaggio”. Secondo questa definizione, l'utilizzo di una sostanza psicoattiva (come la marijuana) potrebbe invogliare a sperimentare uno sballo più intenso. In teoria, il soggetto finirebbe per assumere sostanze ancora più pericolose e assuefacenti della marijuana. Ma ciò non è applicabile unicamente alla cannabis. Da quando le sigarette elettroniche hanno guadagnato popolarità, si è acceso un dibattito sulla possibilità che questi dispositivi rappresentino un passaggio verso le sigarette tradizionali e persino verso le droghe.

LE ARGOMENTAZIONI A SUPPORTO DELLA MARIJUANA COME DROGA DI PASSAGGIO

Esistono molte argomentazioni a favore della teoria secondo cui la marijuana sarebbe una droga di passaggio. Uno dei punti principali riguarda l'effetto della marijuana sul sistema di ricompensa del cervello. In pratica, il cervello di una persona che inizia ad assumere marijuana prima dei 20 anni sarebbe condizionato a ricevere picchi di dopamina. Con il passare del tempo, le altre droghe diventerebbero sempre più invitanti e le probabilità di consumo aumenterebbero.

Inoltre, chi acquista e assume marijuana ha maggiori probabilità di conoscere individui che utilizzano altre droghe. Secondo i sostenitori della teoria del passaggio, queste persone sarebbero stimolate a sperimentare droghe più pesanti. Sul piano statistico, molti sostengono che la marijuana sia una droga di passaggio poiché il 44,7%[1] di chi la consuma finisce per utilizzare altre droghe illegali. Ammettiamo che si tratta di una cifra rilevante, che non va ignorata.

LE ARGOMENTAZIONI CONTRARIE ALLA MARIJUANA COME DROGA DI PASSAGGIO

Chi osserva con attenzione quella percentuale, tuttavia, noterà qualcosa di molto importante. Pur essendo un numero considerevole, non rappresenta la maggioranza. Facendo due calcoli, infatti, il 55,3% dei consumatori di marijuana non ha mai assunto altre sostanze illecite. Questa è una cifra altrettanto significativa. Esistono delle prove secondo cui la marijuana, invece di indurre le persone a consumare nuove sostanze, provocherebbe l'effetto opposto. Durante uno studio effettuato su 481 giovani di Vancouver, gli scienziati canadesi hanno scoperto che il consumo di cannabis svolgeva un'azione protettiva[2] contro l'assunzione di droghe iniettabili.

Secondo molte persone, la marijuana è una droga di passaggio proprio perché è illegale. Dovendo interagire con spacciatori e fumare in determinati spazi, i consumatori saranno maggiormente esposti ad altri tipi di droghe. In pratica, se si conosce uno spacciatore di ganja che vende anche cocaina, si avranno più probabilità di iniziare ad assumere cocaina rispetto a qualcuno che non fuma e che quindi non conosce lo spacciatore. Tuttavia, se fosse possibile acquistare cannabis in un dispensario, non si avrebbe accesso alla cocaina. A questo punto, in teoria, un fumatore di ganja e un non fumatore sarebbero sottoposti allo stesso livello di tentazione.

I FATTORI CONTESTUALI FANNO UNA NOTEVOLE DIFFERENZA

I FATTORI CONTESTUALI FANNO UNA NOTEVOLE DIFFERENZA

Come avviene in ogni discorso riguardante l'abuso di droga, è essenziale valutare singolarmente ogni situazione. Ad esempio, chi ha una personalità tendente alla dipendenza e fuma marijuana, ha maggiore probabilità di iniziare ad assumere altre droghe. Tuttavia, questo comportamento sarebbe causato dall'inclinazione alla dipendenza e non dall'effetto della marijuana sul soggetto.

È importante considerare anche i fattori sociali. Ovviamente, chi cresce in un ambiente in cui circolano molte droghe illecite, sarà più propenso a provarle e la marijuana potrebbe essere la prima. Ciò non significa che la marijuana condizionerà l'individuo ad assumere droghe pesanti. Semplicemente, egli sarà tentato di sperimentare tali sostanze e la marijuana sarà probabilmente la più accessibile.

Altro fattore da tenere presente: la quantità di marijuana fumata è un indice di futura dipendenza più attendibile rispetto al fatto che si fumi o meno. Chi aspira qualche boccata da uno spinello durante il fine settimana, probabilmente non sarà interessato agli oppiacei. Una persona che trascorre la giornata a fumare, invece, potrebbe iniziare a desiderare un effetto sedativo più intenso. Ma ciò non è molto probabile, anche perché solo il 4,5%[3] dei consumatori di marijuana finisce per abusare di sostanze oppiacee.

FUMARE GANJA INDUCE AL CONSUMO DI DROGHE PESANTI? IL DIBATTITO CONTINUA

Ci farebbe piacere avere risposte chiare, ma purtroppo è difficile giungere a conclusioni definitive. Anche se le indagini proseguono in entrambe le direzioni, non esistono riscontri oggettivi[4] che consentano di determinare se la marijuana sia una droga di passaggio o meno. Dal momento che si tratta di una sostanza illecita, le ricerche sono limitate, e le variabili tendono a confondere i risultati. Inoltre, quasi tutti gli studi sono stati effettuati su cavie animali. Naturalmente, resta da capire fino a che punto tali scoperte siano applicabili a soggetti umani.

L'unica soluzione è svolgere indagini più estese ed approfondite. Quando i laboratori saranno legalmente autorizzati a studiare accuratamente tali sostanze, le informazioni acquisite aumenteranno in modo esponenziale. Dopo aver ottenuto il permesso, gli scienziati dovranno comunque tenere in considerazione numerose variabili, come la predisposizione alla dipendenza e lo status socio-economico. Sarà opportuno evitare i dati ricavati da indagini su soggetti volontari, poiché le persone tendono a fornire risposte inesatte alle domande relative alla frequenza di utilizzo.

External Resources:
  1. Probability and predictors of the cannabis gateway effect: A national study https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  2. Is cannabis a “gateway drug”? https://www.publichealthontario.ca
  3. Is Marijuana a Gateway Drug? https://www.psychologytoday.com
  4. Is Cannabis a Gateway Drug? Key Findings and Literature Review https://www.ncjrs.gov
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