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Marijuana ed epilessia: Qual è la relazione?
La marijuana per l'epilessia: della connessione fra le due si è parlato molto. Ma queste affermazioni hanno qualche validità? Qui di seguito valuteremo se la cannabis possa svolgere un ruolo nel trattamento dell'epilessia. Guardando sia a casi di studio che a test clinici, vedremo se si tratti di mere illusioni o di un trattamento rivoluzionario.
Indice:
In che modo la marijuana agisce sull'epilessia? Sebbene i meccanismi esatti siano ancora oggetto di studio, esistono sempre più prove che la cannabis, o almeno certi cannabinoidi, possa avere un impatto significativo nell'ambito dei trattamenti per l'epilessia. E non c'è dubbio che il CBD in rapporto all'epilessia abbia attirato in questi ultimi anni un'enorme attenzione.
Che per i potenziali progressi nel trattamento dell'epilessia si debba ringraziare la cannabis da sola, o piuttosto complesse interazioni fra farmaci, in entrambi i casi cannabis ed epilessia mostrano di avere un rapporto. O meglio, la cannabis sembra esercitare un impatto positivo sulla vita di coloro che soffrono di epilessia.
Cos'è l'epilessia?
L'epilessia è una malattia misteriosa. In realtà, più che di epilessia bisognerebbe parlare di epilessie, perché è possibile che vari differenti disturbi del cervello sfocino in sintomi analoghi: le crisi convulsive.
Nonostante sia stata ben osservata e abbastanza comune, le cause dell'epilessia restano sfuggenti. Poiché uno su 3 epilettici ha un parente prossimo che soffre della stessa malattia, questo potrebbe suggerire che la sua origine risalga alla nostra costituzione genetica. L'identificazione del gene responsabile si sta però dimostrando ardua. L'epilessia può essere causata anche da lesioni cerebrali, come nel caso di eventi traumatici, privazione d'ossigeno o ictus.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 50 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di epilessia, che costituirebbe così il quarto disturbo neurologico più diffuso dopo emicranie, ictus ed Alzheimer. In genere, tende a essere diagnosticata negli individui giovani o negli over 60.
Per dirla in modo semplice, l'epilessia appare essere causata da ciò che si potrebbe descrivere come delle “esplosioni elettriche” incontrollate nel cervello, che scatenano un'attività neuronale intensa e casuale. Questa può essere lieve ed infrequente, o invece intensa ed estremamente ricorrente. Per alcuni, l'epilessia è una piccola parte della vita, mentre per altri può arrivare a dominare ogni aspetto della loro esistenza, e portare ad un serio impedimento.
Sintomi dell'epilessia
L'epilessia non provoca solamente delle “convulsioni”, ma origina tutta una serie di sintomi. Infatti, le crisi epilettiche vengono suddivise in 9 categorie differenti a seconda della loro gravità e dei sintomi che si manifestano:
Crisi parziali semplici (focali) o “aure” | Generiche sensazioni strane, sensazioni fisiche, spasmi |
Crisi parziali complesse (focali) | Perdita di conoscenza, movimenti incontrollati, emissione di rumori strani |
Crisi tonico-cloniche (precedentemente chiamate il “Grande Male”) | Quelle che la maggior parte delle persone considera la tipica crisi epilettica; la fase tonica provoca perdita di coscienza, rigidità e collasso, mentre la fase clonica provoca un attacco convulsivo |
Crisi di assenza | Perdita di conoscenza, sguardo perso nel vuoto, piccoli spasmi; più comuni fra i bambini, durano fino a 15 secondi |
Crisi miocloniche | Movimenti bruschi di tutto il corpo, spesso poco dopo il risveglio; durano pochissimo e possono verificarsene molte in rapida successione |
Cloniche | Torsioni e movimenti spasmodici di tutti i muscoli senza irrigidimento iniziale; perdita di coscienza |
Toniche | Irrigidimento di tutti i muscoli |
Atoniche | Tutti i muscoli si rilassano completamente; il recupero è immediato |
Status epilepticus | Qualunque tipo di convulsioni che si protragga a lungo, o una serie di crisi fra le quali la persona non riprende conoscenza |
Crisi parziali semplici (focali) o “aure” |
Generiche sensazioni strane, sensazioni fisiche, spasmi |
Crisi parziali complesse (focali) |
Perdita di conoscenza, movimenti incontrollati, emissione di rumori strani |
Crisi tonico-cloniche (precedentemente chiamate il “Grande Male”) |
Quelle che la maggior parte delle persone considera la tipica crisi epilettica; la fase tonica provoca perdita di coscienza, rigidità e collasso, mentre la fase clonica provoca un attacco convulsivo |
Crisi di assenza |
Perdita di conoscenza, sguardo perso nel vuoto, piccoli spasmi; più comuni fra i bambini, durano fino a 15 secondi |
Crisi miocloniche |
Movimenti bruschi di tutto il corpo, spesso poco dopo il risveglio; durano pochissimo e possono verificarsene molte in rapida successione |
Cloniche |
Torsioni e movimenti spasmodici di tutti i muscoli senza irrigidimento iniziale; perdita di coscienza |
Toniche |
Irrigidimento di tutti i muscoli |
Atoniche |
Tutti i muscoli si rilassano completamente; il recupero è immediato |
Status epilepticus |
Qualunque tipo di convulsioni che si protragga a lungo, o una serie di crisi fra le quali la persona non riprende conoscenza |
Perché si manifesta l'epilessia?
Le cause dell'epilessia sono sconosciute. Peraltro, come abbiamo detto, la causa più comune si ritiene essere quella genetica.
Ciò che si sa è che le crisi epilettiche sembrano essere il risultato di scoppi di attività elettrica nel cervello. Normalmente, la comunicazione elettrica nel cervello segue dei percorsi neuronali predeterminati, in maniera controllata. Ma durante un episodio epilettico questo controllo sembra sparire e la stimolazione elettrica si trasmette da un neurone all'altro come in una reazione a catena, causando un gran volume di attività incontrollata.
Trattare l'epilessia può essere molto difficile, e può perfino arrivare a comportare la separazione dei due emisferi cerebrali. Si valuta che 1 persona su 3 affette da epilessia non risponde ai trattamenti farmaceutici convenzionali.
Trattamenti convenzionali dell'epilessia
I più comuni trattamenti per l'epilessia sono:
- Farmaci antiepilettici (FAE)
- Neuromodulazione: Consiste nell'introduzione di dispositivi elettrici nel corpo per modulare l'attività neuronale
- Diete chetogeniche
- Interventi neurochirurgici: Esistono molti tipi di intervento chirurgico per l'epilessia; di solito consistono nell'identificare e rimuovere l'area del cervello in cui l'attività sorge, oppure nel taglio del Corpus callosum (i neuroni che connettono i due emisferi del cervello), per impedire che le crisi si trasmettano da una metà all'altra.
Cannabis ed epilessia
Le affermazioni sul potenziale clinico della cannabis sono abbondanti, e sebbene siano talvolta esagerate, stanno venendo sottoposte a verifica.
Per quanto riguarda l'epilessia, sembra che la cannabis, e specialmente il cannabinoide cannabidiolo (CBD), possa avere un'influenza sulla vita di chi è resistente ai farmaci o ai trattamenti.
Secondo la Epilepsy Society[1], dei test casuali indicano che il THC non possiede effetti anticonvulsivi apprezzabili per il trattamento dell'epilessia. Il CBD viene visto perciò come il cannabinoide di principale interesse. Questo vale specialmente per i bambini e le persone più giovani, dati gli effetti potenzialmente negativi del THC sul cervello in fase di sviluppo[2].
Questo non significa però che la ricerca sui trattamenti a base di cannabis a spettro completo non dovrebbe essere comunque portata avanti.
Olio di cannabis per l'epilessia negli adulti
Sia attraverso l'automedicazione che la prescrizione da parte di medici, la gente in tutto il mondo si sta affidando all'olio di cannabis per il trattamento dell'epilessia. Alcuni impiegano oli di cannabis a spettro completo, altri il CBD isolato.
Coloro che si automedicano utilizzano di solito degli oli di cannabis facilmente accessibili, disponibili presso negozi di articoli per la salute. Quelli che seguono una prescrizione utilizzano delle soluzioni di livello medicinale, approvate e prodotte in ambito farmaceutico, come l'Epidiolex. Nonostante la purezza dei diversi prodotti possa variare, in genere si trovano fra di loro poche differenze. Per quanto, in certi Paesi, gli oli di cannabis prescritti dal medico possano contenere parecchio più THC di quelli immediatamente accessibili, o viceversa!
L'influsso dei cannabinoidi sui farmaci anticonvulsivi
Nella maggioranza dei test clinici che studiano la cannabis come potenziale trattamento per l'epilessia, la si somministra congiuntamente a dei farmaci antiepilettici convenzionali. Resta perciò da vedere se i cannabinoidi da soli producono effetti antiepilettici o se agiscono piuttosto come coadiuvante o potenziatore[3].
Sono necessari ulteriori studi che testino la cannabis in forma isolata prima di poter determinare le sue esatte funzioni nel trattamento dell'epilessia.
CBD ed epilessia
In questi ultimi anni il CBD ha conosciuto enorme popolarità, non da ultimo proprio come potenziale opzione per i pazienti epilettici. Questo per due ragioni principali.
Innanzitutto, i principali mezzi di comunicazione hanno diffuso varie storie sull'uso del cannabidiolo in famiglie con bambini affetti da gravi forme di epilessia. Non è ancora chiaro se il CBD sia efficace contro questi problemi di salute, ma gli studi in corso continuano a testare il cannabinoide in questo contesto[4].
Tranne che in rari casi, il CBD ha pochi effetti collaterali a parte la sonnolenza, mentre il THC può provocare ansia, paranoia e potrebbe anche aumentare le probabilità di psicosi negli individui più giovani. Dato che molte persone soffrono di epilessia per tutta la vita, e necessitano pertanto di un trattamento che dura tutta la vita, un trattamento che non sia psicotropo sarà per molti di gran lunga preferibile.
Il CBD come trattamento per i bambini epilettici
Il CBD potrebbe avere un grande impatto su bambini affetti da certe forme di epilessia refrattaria al trattamento. Essendo privo degli effetti secondari psicotropi del THC, apre la strada per i più giovani a farmaci non invasivi e che non provocano dipendenza.
In certi Paesi, il corpo medico ha scartato l'uso del CBD per i bambini fino a che non saranno stati eseguiti maggiori studi sui suoi effetti a lungo termine. In altre nazioni, i farmaci approvati a base di CBD stanno prendendo piede.
Charlotte Figi: Un caso di studio
Il caso di Charlotte Figi ha rappresentato un momento epico per coloro che speravano che la cannabis si sarebbe dimostrata efficace nel trattamento dell'epilessia. Figi soffriva di una forma di epilessia nota come sindrome di Dravet, che si era dimostrata resistente ai trattamenti. Di fatto, prima che le venissero somministrati trattamenti a base di cannabis, soffriva di circa 50 episodi al giorno.
Prima di continuare, va fatto osservare che il prodotto a base di cannabis impiegato per curare Figi conteneva sia THC che CHD, e non il CBD da solo.
Con l'assistenza di un gruppo a favore della marijuana terapeutica basato in Colorado, la madre di Figi cominciò a somministrarle cannabis in aggiunta agli altri suoi farmaci. Sorprendentemente, si osservò un calo vertiginoso delle sue crisi, da 50 al giorno a 2–3 crisi notturne al mese. Inoltre, nei 20 mesi lungo i quali fu sotto osservazione[5], questa riduzione persistette.
Col tempo riuscì a svezzarsi dagli altri trattamenti, fino al punto da utilizzare solo i trattamenti a base di cannabis, e senza riduzione dell'efficacia. Le osservazioni dei ricercatori suggeriscono che una combinazione di THC e CBD potrebbe essere più efficace che ciascuno dei due presi da soli, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per corroborarlo.
Per quanto costituiscano magnifici esempi del potenziale della cannabis per l'epilessia, i casi individuali non dovrebbero essere usati per fare generalizzazioni. Per fortuna, maggiori ricerche vengono condotte ogni anno, e nel prossimo futuro vedremo probabilmente dei grandi progressi.
Il CBD per la sindrome di dravet e la sindrome di Lennox–Gastaut
La sindrome di Dravet e quella di Lennox–Gastaut sono due delle forme più gravi di epilessia. Una ricerca[6] pubblicata nel 2017 sul Journal of Epilepsy Research cercava di determinare se il CBD possa in qualche modo influire su questi disturbi.
Questo studio esaminava tre test di alta qualità, controllati con placebo, su terapie addizionali, che utilizzava CBD isolato e purificato insieme ai trattamenti esistenti, come il farmaco clobazam. Questo studio è stato un enorme passo avanti nella ricerca sul CBD ed ha fissato lo standard per i futuri studi sull’uomo che analizzeranno il CBD a tal fine.
Quali sono i rischi della marijuana per l'epilessia?
Come abbiamo detto, i prodotti a base di cannabis non sono privi di effetti collaterali, specialmente quelli che contengono THC.
Quando valutiamo i rischi dell'uso di marijuana nel trattamento dell'epilessia, la gravità dell'epilessia del paziente, la sua reazione alla cannabis e l'efficacia degli altri trattamenti sono tutti fattori che devono essere tenuti in conto.
Per alcuni, i trattamenti alla cannabis potrebbero presentare pochi effetti collaterali e allo stesso tempo migliorare potenzialmente la loro qualità di vita. Per altri, gli effetti secondari potrebbero essere gravi con poco o nessun beneficio.
Prendere formule a base di CBD che contengono solamente delle tracce di THC scongiurerà probabilmente i maggiori rischi correlati alla cannabis. Inoltre, assumerle sotto forma di olio o edibili presenta molti meno rischi rispetto che, ad esempio, al fumarle.
Marijuana medicinale vs Epidiolex
L'Epidiolex è in sostanza olio di CBD approvato dallo Stato e prodotto da una casa farmaceutica. Il vantaggio dell'utilizzarlo è che, dato il rigore dei procedimenti farmaceutici, sarete quasi sicuri di quello che contiene, mentre alcuni degli oli di CBD venduti al banco sono, nel migliore di casi, di dubbia purezza. Il lato negativo è che al momento è strettamente controllato, ed in molti Paesi è quasi impossibile accedervi.
Perciò, al momento di decidere se per voi sia più adatto l'Epidiolex o la marijuana medicinale, la disponibilità è la prima considerazione che dovete fare. Avete almeno la possibilità di procurarvelo?
Seconda cosa, è davvero l'opzione più efficace? La ricerca sulla cannabis è ancora giovane, e perciò i trattamenti disponibili potrebbero non essere i più efficaci.
Un futuro promettente per i cannabinoidi e l'epilessia
Man mano che la ricerca sulla cannabis avanza, saremo in grado di isolare e identificare le differenti funzioni di tutti i distinti cannabinoidi; all'ora in cui scriviamo ne sono stati identificati 113. Se la ricerca su molti di questi è ben avviata, principalmente THC e CBD, altri sono presenti nella pianta di cannabis in tracce minime e pertanto molto difficili da isolare. Non sappiamo però cosa potrebbero offrirci se riuscissimo a sfruttarli e dischiudere il loro pieno potenziale.
- Cannabis oil for epilepsy | Epilepsy Society https://epilepsysociety.org.uk
- Effects of Cannabis on the Adolescent Brain https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Epilepsy and Cannabis: A Literature Review https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabinoids in the Treatment of Epilepsy: Hard Evidence at Last? https://www.ncbi.nlm.nih.gov
- The case for medical marijuana in epilepsy - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
- Cannabinoids in the Treatment of Epilepsy: Hard Evidence at Last? https://www.ncbi.nlm.nih.gov