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By Luke Sumpter

L’erba fa male al cervello? Quale parte del cervello viene influenzata dall’erba? Se ti sei mai chiesto in che modo la cannabis influisca sul cervello, stai per scoprirlo. In questo articolo cerchiamo di capire se i cannabinoidi possano influenzare il nostro organo della cognizione in modo positivo o negativo. Ti mostreremo i potenziali benefici e i possibili pericoli.


In che modo la cannabis influisce sul cervello

La cannabis contiene centinaia di diverse sostanze chimiche bioattive, come i cannabinoidi THC e CBD, oltre a terpeni e flavonoidi. Il cervello umano possiede 180 regioni distinte[1], diversi tipi di cellule (fra cui 100 miliardi di neuroni), oltre 40 neurotrasmettitori ed innumerevoli recettori. Come puoi immaginare, il rapporto tra questa pianta psicoattiva e il nostro computer biologico è estremamente complesso. Tuttavia, i progressi della botanica, delle neuroscienze e della fisiologia hanno permesso ai ricercatori di ottenere una solida, anche se precoce, comprensione di come la cannabis influisca sul cervello.

La sede delle funzioni cerebrali

Brain Parts

Il cervello detiene il titolo di organo più importante del corpo umano (anche se non vivremmo molto a lungo senza un cuore o un paio di polmoni). I riduzionisti potrebbero vedere il cervello come nient’altro che un pezzo di grasso pieno di segnali elettrici e capillari, ma gli scienziati hanno definito il cervello come l’oggetto più complesso[2] del nostro universo. In definitiva, il cervello controlla e regola tutto ciò che accade nel corpo umano, tra cui:

  • Pensieri e memoria
  • Emozioni
  • Tatto, vista, udito, gusto, olfatto
  • Respirazione
  • Temperatura corporea

Un’introduzione al sistema endocannabinoide

Per capire come l’erba influisca sul cervello, è importante acquisire familiarità con il sistema endocannabinoide (SEC). Conosciuto come il regolatore universale del corpo umano, questa grande rete di segnalazione si manifesta ovunque, dal sistema nervoso centrale e dall’apparato digerente fino allo scheletro ed alla pelle. Il SEC aiuta ad evitare che tutti questi sistemi perdano il loro equilibrio, mantenendoli invece nella loro perfetta condizione di funzionamento, uno stato cosiddetto di “omeostasi”. Il SEC è composto da tre parti:

  • Endocannabinoidi: Queste molecole di segnalazione vengono prodotte quando necessarie all’interno delle membrane cellulari e si legano ai recettori presenti sulle superfici ed all’interno delle cellule. I principali endocannabinoidi sono anandamide e 2-AG.
  • Recettori dei cannabinoidi: Queste proteine si trovano sulle membrane cellulari e sugli organelli, che sono strutture specializzate all’interno delle cellule. La loro attivazione innesca o smorza le cascate di segnalatori chimici all’interno delle cellule bersaglio.
  • Enzimi: Queste proteine si dividono in due categorie: anaboliche e cataboliche. Gli enzimi anabolici producono endocannabinoidi da molecole precursori, mentre gli enzimi catabolici li riassorbono dopo che hanno svolto il loro ruolo.

Nel cervello, il SEC aiuta a mantenere l’omeostasi regolando il flusso dei neurotrasmettitori. A differenza della serotonina, della dopamina, dell’acetilcolina e di molte altre sostanze neurochimiche che viaggiano in modo anterogrado (da un neurone presinaptico ad uno postsinaptico), gli endocannabinoidi possono viaggiare in entrambe le direzioni. Andando indietro attraverso la fessura sinaptica, gli endocannabinoidi sono in grado di modulare il rilascio di neurotrasmettitori dai neuroni presinaptici.

Cannabinoid Receptor Sites

Farmacodinamica: Come i cannabinoidi si muovono attraverso il corpo

I cannabinoidi come THC e CBD producono i loro effetti in diversi modi. Si legano ai recettori dei cannabinoidi, ai recettori della serotonina e ai siti che costituiscono il “SEC espanso”, una rete molto estesa e nota come endocannabinoidoma. Tuttavia, il modo in cui i cannabinoidi arrivano a questi recettori dipende da come vengono somministrati. I principali metodi di consumo sono i seguenti:

  • Inalazione: Con il fumo e la vaporizzazione si introducono i cannabinoidi nei polmoni, dove si diffondono nel flusso sanguigno attraverso piccole sacche chiamate alveoli. Da qui, vengono trasportati verso il cervello oltrepassando la barriera emato-encefalica. Al suo interno, si legano ai recettori dei cannabinoidi presenti sulla superficie dei neuroni e di altri tipi di cellule del cervello. Nello specifico, l’attivazione dei recettori CB1 da parte del THC è il fenomeno che ci fa sentire sballati.
  • Orale: La cannabis assunta per via orale deve attraversare lo stomaco e il fegato. Questo processo converte il THC in un metabolita chiamato 11-idrossi-THC. Dopo la conversione, questa molecola entra nella circolazione sistemica ed attraversa la barriera emato-encefalica. Questo metabolita interagisce con i recettori SEC in un modo che crea effetti psicoattivi ancora più potenti del THC.
  • Sublinguale: Questo metodo di consumo prevede il posizionamento di estratti ed oli sotto la lingua. I cannabinoidi si diffondono nei capillari presenti nella bocca ed entrano immediatamente nella circolazione sistemica.
  • Topico: L’applicazione di cannabinoidi sulla pelle attiva i recettori SEC che si trovano nel nostro secondo organo più grande. Oli, lozioni, creme e balsami influenzano il SEC solo localmente, ma i cerotti transdermici inviano i cannabinoidi più in profondità e garantiscono loro l’accesso al flusso sanguigno.

Cannabis: Molto più del solo THC

Come principale componente psicoattivo della cannabis, il THC è sempre stato al centro dell’attenzione. Questa molecola appartiene ad una grande famiglia di oltre 100 cannabinoidi contenuti nella pianta di cannabis e questa classe di composti chimici si aggiunge alle centinaia di altri metaboliti bioattivi secondari presenti nella cannabis.

Tra questi, i terpeni sono all’origine del particolare aroma e del gusto di ogni cultivar. Queste sostanze chimiche interagiscono anche con il SEC, e le prime ricerche suggeriscono che potrebbero entrare in sinergia con i cannabinoidi, amplificandone gli effetti attraverso un fenomeno noto come effetto entourage.

Le potenziali applicazioni della cannabis per il cervello

Gli studi oggi in corso stanno tentando di comprendere se la cannabis produca un effetto positivo o dannoso sul cervello umano in termini di umore, funzione cognitiva e malattie mentali. Molte di queste ricerche si concentrano su sintomi e condizioni neurologiche. Scopri qui di seguito i risultati delle ricerche più recenti sugli effetti della cannabis su epilessia, dolore, invecchiamento ed altre condizioni. Da notare che questo elenco è tutt’altro che esaustivo!

1. Epilessia

Le crisi epilettiche sono causate da improvvisi eccessi di attività elettrica all’interno del cervello.

Il CBD ha fatto notizia nell’ultimo decennio quando sono venuti alla ribalta i resoconti di genitori che somministravano il cannabinoide a bambini sofferenti di epilessia resistente ai trattamenti convenzionali.

Studi su larga scala compiuti su soggetti umani hanno anche analizzato gli effetti del CBD, in particolare del farmaco a base di cannabis Epidiolex, su bambini con forme rare di epilessia come la sindrome di Dravet e quella di Lennox–Gastaut.

2. Trauma cerebrale

Le commozioni cerebrali sono forme di lesione cerebrale traumatica che si verificano a seguito di un urto o di una scossa alla testa. Sono comuni tra gli atleti che praticano sport di contatto, ma possono capitare a chiunque dopo un incidente automobilistico od una caduta. La gravità dei traumi cerebrali sono variabili: le commozioni cerebrali lievi non comportano perdita di coscienza e i sintomi risultano leggeri e di durata inferiore ai 15 minuti, mentre le commozioni cerebrali gravi causano perdita di coscienza e possono potenzialmente causare la morte.

I ricercatori stanno oggi cercando modi per ridurre al minimo i danni associati alle commozioni cerebrali per proteggere la salute del cervello degli atleti e della popolazione in generale. I primi studi[3] stanno esaminando se l’uso di cannabis subito dopo la commozione cerebrale possa aiutare a ridurre l’entità dei sintomi. Alcuni risultati suggeriscono che il sistema endocannabinoide sia in grado di modulare la risposta al dolore[4] dopo un trauma cerebrale.

3. Appetito

Molti consumatori di cannabis hanno familiarità con la cosiddetta fame chimica, un aumento dell’appetito causato dal THC. Le cellule dell’ipotalamo sono responsabili del controllo dell’appetito ed anche il SEC svolge un ruolo nelle abitudini alimentari[5]. L’eccesso di cibo può portare a diversi esiti negativi per la salute, mentre uno scarso appetito si può verificare come sintomo di numerose condizioni, ad esempio il disagio fisico causato dal cancro e l’effetto collaterale dei suoi trattamenti convenzionali. I ricercatori continuano oggi a studiare l’efficacia del THC[6] come agente stimolante dell’appetito nelle persone con cancro od altre condizioni di salute che influenzano il comportamento alimentare.

4. Umore ed ansia

Data la sua presenza in tutto il sistema limbico, un’area del cervello che influenza il comportamento e le emozioni, il sistema endocannabinoide aiuta a regolare le emozioni, l’umore e lo stress. Con questa premessa, alcuni studi stanno oggi valutando l’influenza del CBD sull’ansia negli esseri umani. I ricercatori hanno finora testato il cannabinoide nei casi di disturbo d’ansia sociale[7] generalizzato ed hanno cercato di determinare se sia in grado di alterare il flusso sanguigno[8] nelle aree del cervello coinvolte nell’insorgere dell’ansia.

5. Dolore

Il dolore persistente colpisce circa il 23% della popolazione[9] nel solo Regno Unito. Numerose malattie possono dare origine a questa condizione, comprese alcune forme di artrite, fibromialgia, cancro, sclerosi multipla ed ulcere gastriche. Il SEC svolge un significativo ruolo nella segnalazione del dolore[10] ed una serie di studi oggi in corso[11] stanno valutando l’effetto di vari composti della cannabis su diversi modelli di dolore.

6. Invecchiamento

L’età aumenta il rischio di sviluppare malattie neurologiche. A parte queste condizioni, il naturale invecchiamento comporta anche una velocità di elaborazione cognitiva più lenta ed una ridotta attitudine a svolgere diverse attività contemporaneamente. La ricerca mostra che il SEC svolge un ruolo importante[12] nella progressione dell’invecchiamento cerebrale, in particolare nell’ippocampo, l’area del cervello responsabile dell’apprendimento e della memoria, che risulta particolarmente vulnerabile alla neurodegenerazione. I ricercatori stanno ora studiando l’interazione[13] tra cannabis e processi di invecchiamento nella speranza di accertare il potenziale impatto, sia positivo che negativo, dei suoi composti attivi.

7. Morbo di Alzheimer

Esiste un legame tra marijuana e morbo di Alzheimer? Il morbo di Alzheimer ha un impatto sulla memoria e sulla funzione cognitiva poiché alcune proteine iniziano ad accumularsi attorno alle cellule cerebrali. Con il progredire della malattia, il cervello viene compromesso fino al punto di portare alla morte. Gli scienziati stanno oggi valutando la possibilità di utilizzare il THC contro il morbo di Alzheimer ed alcuni studi[14] hanno iniziato a valutare il potenziale di questo cannabinoide nella riduzione degli accumuli di proteine beta-amiloidi.

8. Morbo di Parkinson

I ricercatori stanno anche valutando i cannabinoidi contro diversi sintomi del morbo di Parkinson, compresi i sintomi motori[15]. I cannabinoidi hanno suscitato interesse come potenziali agenti terapeutici perché il SEC viene espresso anche nei gangli (o nuclei) della base, una regione del cervello responsabile del controllo motorio.

Quale effetto causa effettivamente l’erba sul cervello?

Abbiamo esaminato alcune delle potenzialità della pianta di cannabis nei confronti di problemi relativi al cervello, ma quali sono i meccanismi neuronali? Diamo ora uno sguardo più da vicino ai recettori ed alle sostanze neurochimiche con cui interagiscono i composti della cannabis.

Recettori dei cannabinoidi

I recettori dei cannabinoidi sono una parte importante del SEC. I due recettori primari di questo sistema sono CB1 e CB2. Il recettore CB1 si manifesta principalmente nel cervello e nel sistema nervoso centrale. Come già accennato, il THC si lega a questo sito come agonista per produrre il tipico “sballo” della cannabis.

Anche i recettori CB2 sono espressi da alcuni tipi di cellule nel cervello. I ricercatori stanno esplorando questi siti come potenziali obiettivi[16] su cui agire per il trattamento della schizofrenia.

Anandamide e FAAH

Oltre ad indirizzarsi sui recettori del sistema endocannabinoide, i cannabinoidi influiscono anche sugli enzimi del SEC. Le prime ricerche mostrano che il CBD inibisce un enzima chiamato FAAH. Questa proteina scompone l’endocannabinoide anandamide, una molecola che svolge un ruolo importante nell’umore e nell’appetito. Inibendo la FAAH, il CBD potrebbe temporaneamente elevare i livelli di anandamide[17].

Serotonina

Oltre al SEC, alcuni cannabinoidi attivano anche i recettori della serotonina. Proprio come il SEC, anche il sistema serotoninergico comprende molecole di segnalazione, recettori ed enzimi. Nel suo complesso, questa rete aiuta a regolare il sonno, l’appetito e la funzione cognitiva. Sia il CBD che il THC hanno affinità con i recettori della serotonina[18] e quindi possono avere la capacità di modulare l’umore.

GABA e glutammato

GABA e glutammato sono lo yin e lo yang della neurotrasmissione. Il GABA agisce inibendo l’attività neurologica, mentre il glutammato la aumenta. Livelli eccessivi di glutammato sono implicati nel disturbo ossessivo-compulsivo, nelle convulsioni e nell’ansia. Il THC agisce inibendo i neuroni che rilasciano glutammato[19] e nel corso del tempo quest’azione può portare ad una diminuzione del senso di ricompensa. E il CBD? Questo cannabinoide si lega ai recettori GABA. I ricercatori pensano che questo meccanismo potrebbe risultare promettente nella lotta contro convulsioni ed ansia.

Dopamina

La dopamina svolge un ruolo cruciale nella ricompensa e nella motivazione. Questo è il motivo per cui sballarsi fa sentire così bene molte persone: il THC provoca un picco di dopamina quando si lega al recettore CB1. Oltre a catalizzare sensazioni di euforia, questa bella sensazione comunica al cervello di ripetere continuamente questo comportamento.

Gli effetti negativi della cannabis sulla salute del cervello

Conosciamo alcuni dei possibili benefici dell’erba per il cervello e i suoi meccanismi, ma cosa possiamo dire degli effetti negativi? Riportiamo qui di seguito alcuni dei potenziali effetti dannosi della pianta.

Disturbo da uso di cannabis

I forti sostenitori della cannabis ti diranno che la cannabis non crea dipendenza, ma circa il 30% delle persone che fanno uso di cannabis sviluppa un disturbo da uso di cannabis[20] (DUC). I principali segni di DUC sono i seguenti:

  • Forte desiderio di cannabis
  • Non riuscire a smettere di fumare
  • Uso continuato nonostante il deterioramento delle relazioni personali
  • Bisogno di più cannabis per sperimentare gli stessi effetti

Il DUC si verifica a causa del modo in cui il THC influisce sul centro di ricompensa del cervello. La desiderabile sensazione di essere sballati motiva il cervello a continuare a cercare il THC ed a ripetere lo stesso comportamento. Tuttavia, la sensazione positiva associata allo sballo svanisce gradualmente man mano che l’esposizione a lungo termine al THC attenua i livelli di dopamina e riduce l’espressione del recettore CB1.

Psicosi e schizofrenia

La cannabis e i suoi eventuali effetti su psicosi e schizofrenia nelle popolazioni a rischio sono attualmente oggetto di studio. Questa indagine comprende anche qualsiasi potenziale capacità del THC di esacerbare i sintomi nei pazienti già diagnosticati. Studi[21] di imaging cerebrale hanno anche dimostrato che l’esposizione al THC durante l’adolescenza può avere un effetto dannoso sulla morfologia cerebrale.

Compromissione della memoria

Se hai mai fumato cannabis, probabilmente hai sperimentato il vuoto di memoria a breve termine che spesso si verifica quando sei sballato. Il THC influisce sulla memoria a breve termine alterando l’attività[22] dell’ippocampo. Anche se risulta solo un fastidio minore per la maggior parte delle persone, la compromissione della memoria a breve termine può causare vari gradi di disagio in individui sensibili.

Una nota sull’uso responsabile della cannabis

Non tutti subiscono effetti negativi a livello cognitivo a causa dell'uso di cannabis. Tuttavia, una piccola parte di consumatori potrebbe sperimentare un disagio mentale dopo un consumo eccessivo. Di conseguenza, diverse organizzazioni stanno lavorando per incoraggiare un uso responsabile della cannabis.

Royal Queen Seeds sottolinea l’importanza di un consumo consapevole e moderato, offrendo anche alcuni consigli sull’uso responsabile della cannabis.

External Resources:
  1. Mapping the brain: scientists define 180 distinct regions, but what now? - Queensland Brain Institute - University of Queensland https://qbi.uq.edu.au
  2. Foreword - Discovering the Brain - NCBI Bookshelf https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  3. Cannabis, alcohol and cigarette use during the acute post-concussion period - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  4. Understanding the endocannabinoid system as a modulator of the trigeminal pain response to concussion - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  5. Cannabinoid Receptor Signaling in Central Regulation of Feeding Behavior: A Mini-Review - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  6. Efficacy of medicinal cannabis for appetite-related symptoms in people with cancer: A systematic review - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  7. Cannabidiol Reduces the Anxiety Induced by Simulated Public Speaking in Treatment-Naïve Social Phobia Patients - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  8. Effects of cannabidiol (CBD) on regional cerebral blood flow - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  9. CKS is only available in the UK | NICE https://cks.nice.org.uk
  10. The role of the endocannabinoid system in pain - PubMed https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
  11. Cannabis and Pain: A Clinical Review - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  12. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0047637415300099
  13. Interaction of Cannabis Use and Aging: From Molecule to Mind - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  14. Cannabinoids remove plaque-forming Alzheimer’s proteins from brain cells - Salk Institute for Biological Studies https://www.salk.edu
  15. Pros and Cons of Marijuana in Treatment of Parkinson’s Disease - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  16. Frontiers | Are CB2 Receptors a New Target for Schizophrenia Treatment? https://www.frontiersin.org
  17. Cannabidiol enhances anandamide signaling and alleviates psychotic symptoms of schizophrenia - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  18. Cannabidiol modulates serotonergic transmission and reverses both allodynia and anxiety-like behavior in a model of neuropathic pain - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  19. Why Marijuana Displeases | National Institute on Drug Abuse (NIDA) https://nida.nih.gov
  20. Addiction | Health Effects | Marijuana | CDC https://www.cdc.gov
  21. The Association Between Cannabis Use and Schizophrenia: Causative or Curative? A Systematic Review - PMC https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  22. What are marijuana's long-term effects on the brain? | National Institute on Drug Abuse (NIDA) https://nida.nih.gov
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