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By Luke Sumpter Reviewed by: Carles Doménech


Mentre la scienza continua ad esplorare le funzionalità del sistema endocannabinoide, gli esperti valutano gli effetti della cannabis su questo ed altri apparati fisiologici. Al momento, i ricercatori stanno studiando la correlazione tra quest'erba e i disturbi endocrini. Il sistema endocrino svolge un ruolo chiave nello sviluppo dell'essere umano, dai primi istanti di vita fino all'età avanzata. Nel presente articolo acquisiremo maggiori informazioni sul sistema endocrino, cercheremo di capire in che modo la cannabis può influenzare tale sistema e se THC e CBD potrebbero risultare utili nel trattamento dei disturbi endocrini.

Cos'è il sistema endocrino?

Il sistema endocrino è composto da ghiandole ed organi che producono ormoni. Tali sostanze possono essere considerate dei sistemi di comunicazione—poiché consentono ai tessuti di scambiarsi informazioni—e vengono rilasciate nell'apparato circolatorio in modo da poter raggiungere altre parti del corpo. A differenza della segnalazione paracrina, in cui gli ormoni interagiscono con le cellule nelle vicinanze, la segnalazione endocrina si sviluppa tra cellule distanti tra loro.

Prendiamo ad esempio l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). L'interazione tra queste tre ghiandole innesca un meccanismo neuroendocrino che regola gli effetti dello stress. Tutto ha inizio con il rilascio dell'ormone corticoliberina (CRH) nell'ipotalamo, sotto la superficie del cervello, e termina con il rilascio dell'ormone dello stress, il cortisolo, da parte delle ghiandole situate sopra i reni (surrenali).

Le ghiandole stesse sono organi specializzati nella produzione di ormoni. In generale, un sistema endocrino sano favorisce la comunicazione tra le diverse parti del corpo, mantenendo le ossa sane, livelli di energia adeguati ed un tono dell'umore bilanciato.

  • Perché il sistema endocrino è importante

Il sistema endocrino svolge un molteplice ruolo nella fisiologia umana. Pensate all'importanza della comunicazione nei rapporti interpersonali. Senza di essa, le incomprensioni prendono il sopravvento e le relazioni si deteriorano rapidamente. Possiamo applicare questo concetto anche al nostro organismo. Una corretta comunicazione è essenziale per mantenere ogni apparato attivo ed efficiente.

Il principale compito del sistema endocrino è quello di mantenere l'omeostasi, uno stato di equilibrio fisiologico che ci permette di restare vivi e funzionali. Ogni giorno riceviamo stimoli che minacciano tale equilibrio, ma il sistema endocrino ci aiuta a restare centrati tramite cicli di feedback negativi e positivi.

I feedback negativi contribuiscono a mantenere l'omeostasi annullando le alterazioni fisiologiche. Ad esempio, in caso di aumento dei livelli di zucchero nel sangue, le cellule beta nel pancreas reagiscono producendo insulina, un ormone che induce muscoli, fegato e cellule adipose a trattenere il glucosio. Un ciclo di feedback negativi si innesca quando i livelli di zucchero nel sangue cominciano a diminuire. Questo spinge le cellule del pancreas ad interrompere il rilascio di insulina e a produrre glucagone, per ripristinare l'omeostasi.

La coagulazione è un buon esempio di feedback positivo. A seguito di una lacerazione della pelle, le pareti dei vasi sanguigni danneggiati attivano un ciclo di feedback che accelera la coagulazione del sangue per evitare l'ulteriore sanguinamento.

Esistono molte altre circostanze in cui il sistema endocrino interviene per riportare l'organismo in equilibrio, tra cui la regolazione della temperatura corporea, l'appetito, la produzione di latte materno, l'ovulazione e persino il parto.

Perché il sistema endocrino è importante

Meccanismo d'azione del sistema endocrino

Dopo aver analizzato gli obiettivi e le funzioni del sistema endocrino, scopriamo il meccanismo d'azione delle importanti ghiandole che lo compongono. Successivamente, esamineremo il fenomeno dei disturbi endocrini e cercheremo di capire se la cannabis può contribuire al loro trattamento.

Ghiandole endocrine

Il sistema endocrino è composto da molte ghiandole diverse. Esse possono essere considerate come dei nodi all'interno di una vasta rete, capaci di produrre molecole di segnalazione che alterano i processi fisiologici, appena vengono rilasciate nell'apparato circolatorio. Di seguito indichiamo la funzione delle quattro principali ghiandole endocrine.

  • Tiroide

Questa ghiandola a forma di farfalla, situata alla base del collo, produce ormoni essenziali in grado di regolare il metabolismo, tra cui:

Triiodotironina (T3) Tiroxina (T4)

Per mantenere efficiente l'attività metabolica, la tiroide svolge le seguenti funzioni:

Regola il tasso metabolico Controlla le funzioni cardiache
Contribuisce allo sviluppo cerebrale Mantiene le ossa in buona salute
  • Ghiandola pituitaria/ipofisi

Questa ghiandola a forma di fagiolo, posta alla base del cervello, dietro il ponte nasale e sotto l'ipotalamo, viene chiamata anche “ghiandola primaria”. Nonostante le dimensioni ridotte, questa potente ghiandola produce molti ormoni importanti, tra cui:

Ormone adrenocorticotropo (ACTH) Ormone follicolo-stimolante (FSH)
Ormone luteinizzante (LH) Ormone della crescita (GH)
Prolattina (PRL) Ormone tireostimolante (TSH)
Ossitocina Ormone antidiuretico/vasopressina

Questo assortimento di molecole di segnalazione influenza varie parti del corpo, inclusi ovaie e testicoli, peli e muscoli. L'ossitocina ha un profondo impatto sul comportamento e sulle interazioni sociali. Nel complesso, l'ipofisi svolge le seguenti funzioni:

Controlla il metabolismo Influenza la maturazione sessuale
È coinvolta nella riproduzione Controlla le funzioni di quasi ogni altra ghiandola endocrina
  • Ghiandola pineale

Definita “sede dell'anima” da Rene Descartes, la ghiandola pineale è circondata da un alone di mistero. Gli esoteristi la considerano il “terzo occhio”, e la cultura new-age la cita spesso come fonte endogena della sostanza allucinogena DMT. Tuttavia, la scienza non ha ancora confermato[1] che la ghiandola pineale umana possa produrre DMT, sebbene alcuni esperti abbiano trovato tracce della molecola nella ghiandola pineale dei ratti[2].

Misticismi a parte, la ghiandola pineale svolge un ruolo estremamente importante nel corpo umano, soprattutto a livello di bioritmi. Questa ghiandola, situata in profondità nel cervello, nel punto di intersezione tra i due emisferi, è lunga circa 0,8cm e pesa appena 0,1g. Anche se piccola, è in grado di produrre due ormoni essenziali:

Melatonina Serotonina

Queste sostanze permettono alla ghiandola di svolgere le seguenti funzioni:

Regolare il ciclo sonno-veglia (ritmo circadiano) Influire positivamente su cuore e pressione sanguigna
Contribuire a regolare l'umore

  • Ghiandole surrenali

Le ghiandole surrenali hanno una forma triangolare e sono dislocate nella parte superiore di entrambi i reni. Producono ormoni capaci di regolare la risposta dell'organismo allo stress, ovvero:

Cortisolo Aldosterone
Epinefrina (adrenalina) Norepinefrina (noradrenalina)

Essendo in grado di rilasciare tali sostanze chimiche, le ghiandole surrenali innescano una miriade di processi fisiologici, tra cui:

Controllo dell'utilizzo di grassi, proteine e carboidrati Riduzione dell'infiammazione
Influsso sul ritmo circadiano Influsso sulla formazione delle ossa

Disturbi endocrini

Chiaramente, il sistema endocrino svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento delle funzioni corporee. Ma che succede quando emergono dei problemi e questa rete di segnalazione viene danneggiata? I malfunzionamenti del sistema endocrino possono causare patologie endocrine. Quando una ghiandola produce ormoni in quantità eccessiva, o insufficiente, il conseguente squilibrio può compromettere i feedback positivi e negativi necessari per mantenere l'omeostasi.

Alcuni dei fattori che possono alterare i livelli ormonali sono:

Lesioni o tumori ghiandolari Infezioni
Incapacità di una ghiandola di produrre una quantità di ormoni sufficiente per stimolarne altri a cascata
  • Sintomi di disturbi endocrini

Esistono diversi tipi di disturbi endocrini, ciascuno dei quali è accompagnato da specifici sintomi. Di seguito indichiamo i più comuni:

Insufficienza surrenalica Debolezza muscolare, inappetenza, perdita di peso, dolore addominale
Morbo di Cushing Viso rosso e tumefatto, accumulo di grasso sulla parte posteriore del collo, pelle facilmente soggetta ad ecchimosi
Ipertiroidismo Nervosismo, ansia, irritabilità, sbalzi d'umore, disturbi del sonno
Ipotiroidismo Stanchezza, aumento di peso, movimenti e pensieri rallentati, unghie e capelli fragili
Sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) Ciclo mestruale irregolare, aumento di peso, acne o pelle grassa, difficoltà di concepimento
Diabete mellito Aumento della sete, fame incontrollata, stanchezza, visione offuscata, minzione frequente, dolore neuropatico, crampi muscolari

Cannabinoidi e sistema endocrino

Che ruolo può avere la cannabis nei disturbi endocrini? Chi conosce bene il sistema endocannabinoide (SEC), saprà che le molecole della cannabis possono influire notevolmente sull'organismo umano. Infatti, i recettori del SEC sono presenti anche su organi endocrini, come ipotalamo, ghiandola pituitaria e tiroide.

Come il sistema endocrino, anche il SEC svolge una funzione di mantenimento dell'omeostasi. Contribuisce a regolare la densità ossea, l'appetito, l'umore, l'attivazione dei neurotrasmettitori,e molto altro. È importante notare che i cannabinoidi prodotti dalla cannabis possono influenzare il SEC sia direttamente, tramite i suoi recettori, che indirettamente, alterando i livelli degli endocannabinoidi prodotti autonomamente dal corpo umano.

Ma, in che modo i cannabinoidi possono contrastare i sintomi provocati dai disturbi endocrini? Non lo sappiamo con certezza, e probabilmente sapremo rispondere a questa domanda solo in un prossimo futuro. È necessario svolgere studi clinici approfonditi per acquisire dati chiari e giungere a conclusioni inequivocabili. Tuttavia, le ricerche attualmente in corso stanno esaminando la potenziale azione di THC e CBD sui sintomi dei disturbi endocrini.

Cannabinoidi e sistema endocrino
  • THC e sistema endocrino

Il THC è una molecola molto conosciuta. Questo cannabinoide è responsabile degli effetti euforizzanti ed inebrianti associati alla cannabis, ed è presente in abbondanti quantità nelle varietà moderne. Alcuni consumatori non amano gli effetti collaterali legati allo sballo, ma altri apprezzano tale esperienza e ritengono che il THC contribuisca a migliorare la qualità della loro vita.

Ad esempio, alcuni scienziati stanno analizzando la potenziale capacità del THC di stimolare l'appetito, un'abilità che potrebbe aiutare a contrastare l'inappetenza associata a diversi disturbi endocrini, tra cui la tiroidite. Alcuni farmaci a base di cannabis, come il Marinol, imitano gli effetti del THC e vengono usati per stimolare l'appetito[3] nei pazienti affetti da specifiche patologie.

Gli esperti stanno anche esaminando i potenziali influssi del THC sull'umore. Sappiamo già che, nel breve termine, la molecola provoca un aumento dei livelli di dopamina nel cervello e conseguenti sensazioni di euforia e rilassamento. Tuttavia, nel lungo periodo, tale effetto tende ad affievolirsi[4]. Pertanto, è essenziale svolgere ulteriori indagini per comprendere meglio il legame tra cannabis e umore, nei pazienti affetti da disturbi endocrini.

E per quanto riguarda i crampi e le sensazioni di dolore associate ad alcuni disturbi del sistema endocrino? I ricercatori stanno valutando l'azione della cannabis sui percorsi[5] di segnalazione cellulare legati al dolore. I futuri studi in questo ambito riveleranno se questo cannabinoide sia davvero in grado di attenuare il disagio fisico percepito dai pazienti.

  • CBD e sistema endocrino

Il CBD, o cannabidiolo, produce una gamma di effetti diversi rispetto al THC. Mentre quest'ultimo si lega direttamente ai principali recettori del sistema endocannabinoide, il CBD agisce diversamente. Questa molecola esibisce una scarsa affinità nei confronti di questi siti, ma può aumentare temporaneamente i livelli dell'endocannabinoide anandamide. L'anandamide si lega agli stessi siti del THC e produce effetti simili al cannabinoide, anche se meno euforizzanti. Gli scienziati stanno esaminando la cosiddetta “molecola della beatitudine”[6], per individuarne i potenziali influssi su umore e benessere psichico.

Il CBD può inoltre legarsi al recettore vanilloide 1 (TRPV1), un recettore appartenente al “sistema endocannabinoide espanso”. Questo sito svolge un ruolo chiave nella percezione del dolore e alcuni scienziati stanno cercando di stabilire se il CBD possa ridurre il dolore tramite questo meccanismo[7].

Alcune ricerche stanno anche valutando gli effetti del CBD sull'ansia, un sintomo associato a molti disturbi endocrini, tra cui l'ipertiroidismo. Finora, gli esperti hanno testato il cannabinoide[8] su soggetti umani affetti da ansia generalizzata. La speranza è che i futuri studi clinici evidenzino i meccanismi d'azione del cannabinoide sui sintomi dei pazienti affetti da disturbi endocrini.

Cannabis: Un futuro trattamento per i disturbi endocrini?

Nel prossimo futuro, la cannabis potrebbe ricoprire un ruolo importante nel trattamento dei disturbi endocrini? Forse. Al momento è difficile elaborare una risposta. Gli studi in corso riveleranno fino a che punto le molecole racchiuse in quest'erba possano contrastare i sintomi di determinate patologie e, in alcuni casi, agire direttamente alla radice di questi problemi.

Tuttavia, bisognerà affrontare degli ostacoli. La cannabis sembra produrre effetti benefici, ma alcuni dati indicano che potrebbe anche interferire con il sistema endocrino in determinate circostanze[9]. Ora è compito degli scienziati trovare il modo di utilizzare la cannabis per supportare le funzioni del sistema endocrino, senza compromettere il delicato equilibrio delle altre molecole ad esso collegate.

External Resources:
  1. SAGE Journals: Your gateway to world-class journal research https://journals.sagepub.com
  2. 'Mystical' psychedelic compound found in normal brains of rats https://www.sciencedaily.com
  3. Marinol https://www.drugs.com
  4. The effects of Δ9-tetrahydrocannabinol on the dopamine system https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  5. Cannabinoids and Pain: New Insights From Old Molecules https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  6. Brain activity of anandamide: a rewarding bliss? | Acta Pharmacologica Sinica https://www.nature.com
  7. CBD Effects on TRPV1 Signaling Pathways in Cultured DRG Neurons | JPR https://www.dovepress.com
  8. Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders https://www.ncbi.nlm.nih.gov
  9. Marijuana, phytocannabinoids, the endocannabinoid system, and male fertility | SpringerLink https://link.springer.com
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