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Come si è evoluto il packaging della cannabis nel corso degli anni?
Il packaging della cannabis è cambiato insieme alle leggi sulla pianta, rivelando una storia molto avvincente. In questo articolo esamineremo questi cambiamenti, esplorando come si sia evoluto il packaging della cannabis e quali confezioni siano più efficaci per conservarla.
Indice:
- Perché è necessario confezionare la cannabis?
- Tipi comuni di confezionamento della cannabis
- Packaging della cannabis e design: una breve storia
- In che modo la regolamentazione ha influenzato l’evoluzione del packaging della cannabis?
- Quali sono le ultime tendenze nel design del packaging per la cannabis?
- Quale confezionamento per la cannabis è il più efficace?
Chi avrebbe mai pensato che il packaging potesse essere un argomento di conversazione interessante? Beh, a quanto pare può esserlo! La storia del packaging della cannabis è strettamente connessa a quella dell'erba stessa; pertanto, possiamo mettere in evidenza gli sviluppi legali e sociali che la riguardano, analizzando come è stata contenuta e protetta nel corso del tempo.
In questo articolo esamineremo i motivi per cui la cannabis dev'essere confezionata, i diversi tipi di confezioni e come il packaging dell’erba si è evoluto dal 1800 ad oggi.
Perché è necessario confezionare la cannabis?
La cannabis ha bisogno di essere confezionata per lo stesso motivo della maggior parte dei prodotti di consumo: per garantirne freschezza ed integrità. Non vorresti portare in giro una barretta di cioccolato aperta in tasca. Lo stesso vale per le tue cime appiccicose. Potrebbero accumulare polvere, rompersi, perdersi o perdere qualità in altri modi. Inoltre, se non adeguatamente protetti, i cannabinoidi ed i terpeni contenuti nell’erba, responsabili degli effetti e dei sapori della cannabis, si degradano nel tempo, rendendo l’esperienza meno potente e meno gustosa.
In sintesi, la cannabis deve essere confezionata anzitutto per proteggere i suoi composti chimici e per prevenire eventuali danni strutturali.
Altri motivi sono:
- Per conservare facilmente determinate quantità
- Per etichettare diverse varietà
- Per garantire che l’involucro sia a tenuta d’aria e non manomesso
- Per evitare che l’aroma fuoriesca
Tipi comuni di confezionamento della cannabis
Qui di seguito esamineremo alcuni dei modi più comuni per confezionare la cannabis. Probabilmente ne conoscerai già qualcuno! Negli ultimi anni, la conservazione della cannabis è diventata da piuttosto rudimentale a molto raffinata, con materiali più stabili e protettivi che riescono a preservare davvero la qualità dell’erba. Ne parleremo dopo aver menzionato l’umile bustina di plastica.
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Bustine di plastica
Una volta si usavano le bustine, ma nel tempo sono state sostituite da confezioni più affidabili. Tuttavia, non dobbiamo sottovalutare l’importanza che queste piccole bustine di plastica hanno avuto e continuano ad avere nella cultura della cannabis e della droga in generale, poiché la maggior parte delle persone acquista e conserva le proprie sostanze in queste innocenti bustine.
Ottime per la conservazione ed il trasporto a breve termine, le bustine di plastica (anche quelle richiudibili) non sono realmente impermeabili all’aria o all’umidità. Pertanto, se la cannabis viene conservata all'interno di queste bustine per un lungo periodo, tenderà a degradarsi.
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Bustine in Mylar
Le bustine in Mylar per la conservazione degli alimenti sono l’evoluzione contemporanea della bustina di plastica con alcuni utili miglioramenti. Il Mylar è lo stesso materiale con cui sono realizzate le coperte di sopravvivenza e queste buste proteggono il loro contenuto meglio delle normali buste di plastica. Un motivo deriva dal fatto che almeno un lato è completamente opaco. Questo significa che il contenuto è protetto dalla luce, che può degradare il THC. Un altro motivo è la possibilità che le buste in Mylar siano a completa tenuta d’aria fino alla prima apertura e, perciò, sono considerate come confezioni adatte per una conservazione a lungo termine.
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Contenitori a tenuta d’aria
Il mondo è pieno di barattoli. Basta dare un’occhiata al nostro negozio!
Sono disponibili contenitori in metallo, silicone ed altri materiali e i migliori dovrebbero garantire una chiusura ermetica, proteggendo il loro contenuto da luce, aria ed umidità. Sono disponibili in diverse forme e dimensioni per soddisfare tutte le esigenze, che si tratti di conservare a lungo termine un intero raccolto o semplicemente di trasportare qualche cima nella borsa.
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Barattoli di vetro
I barattoli di vetro sono un classico. Alcuni sono dotati di chiusura ermetica, mentre altri hanno solo coperchi a vite che consentono lo scambio di aria ed umidità (questi sarebbe meglio evitarli).
Se riposti in un luogo buio, i barattoli di vetro sono ottimi per la conservazione a lungo termine. Se lasciati esposti alla luce, i raggi UV degraderanno i cannabinoidi contenuti nell’erba conservata al loro interno. Quindi, in questo caso, non sono la migliore opzione.
Packaging della cannabis e design: Una breve storia
Il packaging della cannabis è sicuramente cambiato nel tempo. Non ci soffermeremo sui millenni di storia del confezionamento della cannabis, ma offriremo una breve panoramica dei principali sviluppi a partire dal 1800 fino ai giorni nostri.
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1800
Nel 1800, la cannabis era disponibile nelle farmacie, dove veniva confezionata principalmente in contenitori di stagno a tenuta d’aria. È interessante notare come fosse già noto che la cannabis perda potenza se esposta alla luce UV e, di conseguenza, era conservata in un materiale opaco. In seguito, lo stagno fu sostituito dal vetro o dalla ceramica e, fra la seconda metà del 1800 e l’inizio del 1900, la cannabis poteva essere acquistata anche nei negozi di generi alimentari.
Durante questo periodo, la cannabis era legale e facilmente accessibile. Le etichette indicavano chiaramente il contenuto, anche se a quel tempo non esistevano molte varietà ed il contenuto di cannabinoidi non era noto.
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1900
Nei primi anni del 1900, tra il 1906 e il 1937, negli Stati Uniti (e in gran parte del mondo) la cannabis cadde gradualmente in discredito e fu proibita. Durante questo periodo, il suo confezionamento era diverso a seconda della provenienza. Poteva essere avvolta nella carta o inserita in contenitori di vetro o scatole di vari materiali. La cannabis non era più legale, quindi non esistevano forme di confezionamento standardizzate.
Questa mancanza di standardizzazione è ciò che ha portato le bustine di plastica a dominare il confezionamento della cannabis durante l’ultimo quarto di secolo del 1900 e fino ai primi anni 2000. Ancora oggi, le bustine sono molto usate dagli stoner di molte parti del mondo, mentre altri fortunati godono della disponibilità di derivati della cannabis preparati e confezionati con criteri commerciali.
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Anni 2000
Le bustine si usano ancora oggi, ma il packaging si è evoluto diventando più tecnologico e su misura per le caratteristiche specifiche della cannabis. Questa evoluzione ha subito un'accelerazione con la legalizzazione della pianta, avvenuta soprattutto in Nord America.
In che modo la regolamentazione ha influenzato l’evoluzione del packaging della cannabis?
Negli ultimi dieci o vent’anni, la cannabis è stata decriminalizzata o legalizzata in gran parte del mondo occidentale. Dal Canada agli Stati Uniti, passando per Uruguay, Portogallo e Marocco, le leggi sulla cannabis stanno cambiando. Grazie a questo, le aziende sono ora più libere di progettare le proprie confezioni destinate alla cannabis.
Da questo sviluppo sono nate le confezioni in Mylar ed i barattoli di cui abbiamo appena parlato, così come il confezionamento a idrogeno, che sostituisce rapidamente l’ossigeno con l’idrogeno prima della sigillatura. Questa sostituzione è utile perché l’ossidazione è una delle principali cause della degradazione dei cannabinoidi.
Nei luoghi in cui la cannabis può essere acquistata legalmente, oggi è persino possibile acquistarla in confezioni a prova di bambino per tenerla lontana dai piccoli curiosi.
Quali sono le ultime tendenze nel design del packaging per la cannabis?
Come per tutti i prodotti, il branding si è diffuso anche nel mondo della cannabis. Le seedbank e i breeder lavorano con i loro team di marketing per creare varietà sempre più potenti, gustose e sensazionali, con nomi audaci e confezioni creative, nel tentativo di attirare l’attenzione di una base di clienti sempre più ampia ed esigente. Per questo motivo, le confezioni moderne dei prodotti derivati dalla cannabis sono spesso arricchite da una grafica multicolore, stuzzicante ed attraente. Al contrario, alcuni marchi scelgono un approccio più elegante e minimalista per attirare i clienti meno interessati al tradizionale marketing orientato agli stoner.
Non molto tempo fa, si acquistava in strada un grammo di erba senza nome in una piccola bustina di plastica. Oggi, puoi entrare in un dispensario e scegliere tra una vasta gamma di prodotti coltivati in modo professionale e venduti in confezioni personalizzate. Anche dove la cannabis rimane illegale, gli spacciatori si sono professionalizzati più di quanto si potesse credere e gli acquirenti ora hanno a disposizione un’ampia scelta di prodotti, che vengono confezionati correttamente e talvolta persino marchiati.
Quale confezionamento per la cannabis è il più efficace?
In definitiva, la risposta a questa domanda dipende dalle tue esigenze e preferenze. Se devi portarti dietro solo un paio di grammi d'erba, non c’è niente di meglio di una bustina di plastica. Tuttavia, altre forme di confezionamento conservano meglio la cannabis e trattengono l’odore in modo più efficace, se la discrezione è una tua esigenza.
Per la conservazione a lungo termine, è sicuramente meglio scegliere un materiale che sia veramente a tenuta d’aria e preferibilmente opaco, altrimenti la tua erba si degraderà. La tua scorta non perderà immediatamente potenza o sapore se conservata in bustine o altri contenitori non a tenuta d’aria, ma nel lungo periodo diventerà meno piacevole. Ricordalo e conserva la tua cannabis nel modo migliore!