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By Max Sargent

Coltivare cannabis indoor comporta costi energetici significativi ed un notevole impatto ambientale. Nessuna di queste cose è positiva per il futuro della Terra! Una sfida importante si pone oggi davanti ai coltivatori attenti all’ambiente, ma anche a chi cerca di ridurre al minimo i costi.

Questo articolo esplora i modi più efficaci per ridurre il consumo energetico nel vostro spazio di coltivazione, concentrandosi sulla gestione dell’illuminazione, della temperatura e dell’umiditàper poi affrontare gli impatti ecologici più ampi di una coltivazione di cannabis. Potete sfruttare queste conoscenze e questi suggerimenti per rendere la vostra attività di coltivazione indoor più sostenibile ed economicamente vantaggiosa.


Growing Set Up

L’importanza dell’efficienza energetica nella coltivazione della cannabis

Perché i coltivatori dovrebbero dare priorità all’efficienza energetica? Le ragioni sono duplici e, probabilmente, abbastanza ovvie: anzitutto, per risparmiare denaro e, in secondo luogo, per ridurre l’impatto ambientale. In fondo, perché il nostro personale divertimento dovrebbe danneggiare il pianeta di tutti?

Coltivare la cannabis, soprattutto indoor, richiede una notevole quantità di energia, principalmente dovuta all’illuminazione ed al controllo di temperatura ed umidità. Tuttavia, adottando pratiche efficienti dal punto di vista energetico, è possibile ridurre i costi operativi e diminuire l’impatto ambientale.

Comprendere l’impronta energetica di una grow room

Molti si dedicano alla coltivazione della cannabis spinti dalla passione per la pianta e dal desiderio di portare un po’ di natura in casa propria, oppure semplicemente per sballarsi più facilmente. Ma questa attività ha i suoi costi. La ricerca indica che la produzione di un solo chilogrammo di cannabis coltivata indoor può generare fino a 4.000 chilogrammi di emissioni di CO₂, equivalenti alla guida di un’automobile media per oltre 18.000km.

Queste cifre rappresentano sia le emissioni dirette che quelle indirette. I grandi produttori sono i principali responsabili, ma anche le coltivazioni domestiche su piccola scala giocano un ruolo in questo impatto sull’ambiente. La somma delle emissioni imputabili a tutti i coltivatori domestici del mondo equivale a molto biossido di carbonio.

Identificazione delle fonti di consumo energetico più costose

Dall’analisi dei consumi energetici emerge che l’illuminazione rappresenta circa il 33% delle emissioni, seguita dalla ventilazione (27%) e dall’aria condizionata (19%). Questi componenti sono i principali colpevoli dell’elevato consumo energetico di una coltivazione indoor di cannabis e ci indicano dove potremmo ottenere i migliori risultati implementando strategie più efficienti dal punto di vista del consumo di energia.

Energy Comsumption

Illuminazione: La principale responsabile del consumo di energia

Nel campo della coltivazione indoor della cannabis, l’illuminazione è il principale consumatore di energia. Questo è un fattore critico che richiede un’attenta considerazione da parte di chi voglia ottimizzare la propria coltivazione per ottenere una maggiore efficienza, poiché l’illuminazione è molto importante per un buon raccolto. Bilanciare la riduzione del consumo energetico con una coltivazione efficace delle piante di cannabis significa esplorare soluzioni innovative che ci aiutino ad essere più sostenibili senza sacrificare la qualità e la resa.

Scegliere un’illuminazione a LED

Il passaggio alla tecnologia di illuminazione a LED è uno dei modi più semplici ed immediati per ottenere una coltivazione redditizia, ma allo stesso tempo efficiente dal punto di vista energetico. A differenza delle tradizionali lampade da coltivazione HID, i LED offrono numerosi vantaggi che vanno oltre il semplice risparmio energetico.

Innanzitutto, i LED funzionano a temperature significativamente più basse, riducendo la necessità di sistemi di raffreddamento potenti e quindi abbassando ulteriormente il consumo energetico. Inoltre, sono apprezzati anche per la loro longevità, resistenza e capacità di emettere luce su un ampio spettro luminoso, imitando meglio lo spettro naturale della luce solare rispetto ad altre tipologie di lampade. Questo li rende non solo una scelta più ecologica, ma anche generalmente più efficaci per migliorare la crescita delle piante, poiché offrono ai coltivatori un’illuminazione potente, ma con un basso consumo energetico.

Per dimostrarlo, consideriamo alcuni dati reali:

  • Potenza Termica ed Efficienza Energetica: Una lampada HPS da 600W emette calore equivalente ad un termosifone da 600W, rischiando di danneggiare le piante se la temperatura dello spazio di coltivazione non viene gestita in modo adeguato. Le lampade da coltivazione a LED sono più efficienti dal punto di vista energetico e consentono di risparmiare fino al 30-50% sui costi per l’elettricità rispetto alle lampade HPS.
  • Misure di Efficienza Energetica: Le lampade HPS hanno un’efficienza media di circa 1,2 μmol/J (micromoli di luce per joule di energia), mentre le lampade da coltivazione a LED di alta qualità possono raggiungere un’efficienza di 2,0 μmol/J o superiore.
  • Durata e Costi di Sostituzione: Le lampade HPS ed MH (ad alogenuri metallici) in genere devono essere sostituite ogni 12–18 mesi. La durata delle lampade HPS è di circa 10.000–20.000 ore. Al contrario, le lampade da coltivazione a LED possono durare più di 5 anni, spesso superando le 50.000 ore di utilizzo. Questa longevità riduce la frequenza ed il costo di sostituzione delle luci a LED.
  • Confronto dei Costi: Le lampade HID hanno un costo iniziale inferiore rispetto ai sistemi LED. Le configurazioni HID di base costano in genere da 200 a 500 euro, mentre le configurazioni LED di base costano circa 300 euro ed i modelli più avanzati possono costare molte migliaia di euro.
LED lights cannabis

Determinare LUX e PPFD ottimali per uno spazio di coltivazione

Comprendere e regolare l’intensità della luce (LUX) e la densità del flusso di fotoni fotosintetici (PPFD) per il vostro specifico spazio di coltivazione è fondamentale per evitare un uso eccessivo di energia. Questi parametri fungono da indicatori che guidano verso l’uso della quantità di luce necessaria per la salute e la produttività delle loro piante, ma non di più.

Impostando con cura queste variabili, è possibile garantire che il sistema di illuminazione non sia insufficiente, ma nemmeno così potente da aumentare in modo eccessivo il consumo energetico. Si tratta di trovare l’equilibrio perfetto, dove ogni fotone supporta la crescita delle piante e nessun watt viene sprecato.

Ridurre l’illuminazione durante la fase vegetativa

La fase vegetativa del ciclo vitale della cannabis non richiede un’esposizione continua alla luce. Ridurre il ciclo di luce a 18 ore può abbassare significativamente il consumo di energia senza ostacolare lo sviluppo delle piante. Questa regolazione non solo si adegua al ritmo naturale di crescita delle piante, ma contribuisce anche al risparmio energetico. Adottando un approccio più misurato all’illuminazione durante la fase vegetativa, i coltivatori possono ridurre significativamente l’impronta energetica della loro attività.

Cambiare il periodo di luce per anticipare la fioritura

Chi coltiva varietà fotoperiodiche ha un’ulteriore opportunità di ridurre il consumo energetico complessivo iniziando in anticipo la fase di fioritura.

Anche se questa strategia può produrre raccolti più piccoli, il vantaggio in termini di risparmio energetico può essere significativo. Per molti, questo compromesso potrebbe non essere accettabile, ma è importante ricordare anche questa possibilità.

Prendete in considerazione l’applicazione della tecnica SOG: quando le piante raggiungono una certa altezza (dopo circa 2 settimane), passate al ciclo di luce 12/12 per la fioritura. Questo incoraggia la crescita di un’unica grande cola, riducendo i rami laterali a singole cime. Alcuni coltivatori impostano invece un ciclo 12/12 fin dall’inizio, ottenendo rese simili per metro quadrato da molte piccole piante in piccoli vasi, con un minor consumo di energia durante l’intero ciclo di vita. Veloce ed efficiente.

SOG cannabis method

Come contenere i costi energetici derivati dal controllo di temperatura ed umidità

La temperatura e l’umidità svolgono un ruolo fondamentale nella coltivazione della cannabis e vengono solo dopo l’illuminazione in termini di consumo energetico. Una gestione efficace di questi fattori non garantisce solo la salute e la produttività delle vostre piante di cannabis, ma riduce anche significativamente l’impronta energetica dell’attività di coltivazione.

Nella sezione seguente, esaminiamo come ottimizzare in modo efficiente i controlli della temperatura e dell’umidità.

Adottare strategie di controllo climatico passivo

Il principio del controllo climatico passivo è semplice, ma di grande effetto nella gestione dei livelli di temperatura ed umidità all’interno di uno spazio di coltivazione, soprattutto considerando i costi energetici associati ai sistemi attivi di riscaldamento e raffreddamento.

Nelle regioni con climi freddi, posizionare la tenda da coltivazione vicino ad una finestra esposta a sud all’interno di una stanza ad un piano superiore permette di sfruttare il calore naturale della luce solare, riducendo la necessità di riscaldamento artificiale. Questo posizionamento, abbinato ai sistemi di riscaldamento già in funzione per gli spazi abitativi, può mantenere le temperature entro l’intervallo ottimale per la coltivazione della cannabis senza ulteriore dispendio energetico.

Al contrario, nei climi più caldi, scegliere per lo spazio di coltivazione una stanza esposta a nord e situata ai piani inferiori della casa permette di trarre vantaggio da condizioni naturalmente più fresche, riducendo quindi al minimo la dipendenza dai sistemi di aria condizionata. Questo approccio non aiuta solo a risparmiare energia, ma anche a mantenere le piante fresche in modo naturale.

Implementare sistemi di controllo climatico automatizzati

I progressi tecnologici hanno portato soluzioni sofisticate non solo nelle case, ma anche nella coltivazione della cannabis. I sistemi automatizzati di gestione del clima integrano ventilatori, umidificatori, riscaldatori e condizionatori d’aria in un’unica soluzione dotata di sensori e di un pannello di controllo centralizzato. Con queste tecnologie, i coltivatori possono facilmente impostare condizioni ambientali perfette per le esigenze climatiche delle loro piante di cannabis.

Questi sistemi intelligenti funzionano secondo il principio dell’attivazione basata sulle necessità, garantendo che i dispositivi siano attivi solo quando risultano necessari e riducendo di conseguenza in modo significativo il consumo energetico. Ad esempio, quando la stanza è sufficientemente calda, il sistema di riscaldamento si spegne immediatamente. La precisione e l’efficienza del controllo climatico automatizzato non solo permettono di risparmiare energia, ma semplificano anche il mantenimento delle condizioni ottimali per la crescita delle piante. Questi sistemi stanno diventando indispensabili per il coltivatore moderno anche perché consentono di prestare meno attenzione al controllo climatico e risparmiare molto tempo. Possiamo salvare il mondo con poca fatica!

Automated system

Pannelli solari: Sfruttare l’energia del sole

Nella ricerca di una coltivazione di cannabis sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico, i pannelli solari emergono come una soluzione valida per soddisfare almeno una parte delle necessità energetiche dei sistemi per il controllo di temperatura ed umidità. Se non potete coltivare le vostre piante sotto il sole, perché non trovare almeno un modo per usare il sole come fonte di energia?

Convertendo la luce solare in elettricità, i pannelli solari possono fornire energia pulita e rinnovabile per un’intera stanza di coltivazione o contribuire in modo significativo al suo fabbisogno energetico. Ed è anche possibile produrre un eccesso di energia da utilizzare per i normali consumi domestici.

Oltre la grow room: Affrontare il consumo energetico indiretto

Sebbene la riduzione del consumo energetico nella grow room sia il nostro obiettivo principale, è importante conoscere per intero l’impatto ecologico ed il consumo di energia di una coltivazione di cannabis. Affrontare le fonti indirette del consumo energetico offre ai coltivatori l’opportunità di ridurre ulteriormente il proprio impatto ambientale.

Compostaggio e riciclo

Il ciclo di coltivazione della cannabis richiede alcune materie prime, come i sacchi di compost e di substrati per la coltivazione, la cui produzione e trasporto dipendono solitamente dai combustibili fossili. Compostando i propri rifiuti biologici e riciclando i prodotti per la coltivazione è possibile ridurre significativamente il consumo energetico indiretto e l’impronta di carbonio. Questa pratica non solo contribuisce a ridurre i rifiuti, ma incorpora nel processo di coltivazione anche il concetto di economia circolare.

Raccogliere l’acqua piovana

Le piante di cannabis hanno bisogno di acqua. Questo lo sappiamo. E questo è un altro ambito che può indirettamente influenzare il consumo energetico. Il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile sono processi ad alto consumo di energia ed ogni metro cubo di acqua fornita dall’acquedotto produce significative emissioni di carbonio.

La raccolta dell’acqua piovana rappresenta un’alternativa sostenibile, riducendo la dipendenza dai sistemi idrici ed il relativo prelievo energetico. Questo approccio incoraggia l’uso efficiente delle risorse naturali e fa risparmiare denaro!

Concime biologico: Una soluzione sostenibile per nutrire le piante

La transizione verso i concimi biologici, come quelli prodotti attraverso l’agricoltura naturale coreana (KNF) ed i metodi biologici JADAM, rappresenta uno spostamento verso pratiche di coltivazione più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.

Queste tecniche prediligono l’uso di materie naturali di provenienza locale per creare concimi efficaci che nutrono le piante di cannabis senza gli elevati costi energetici associati alla produzione dei fertilizzanti di sintesi. L’adozione dei metodi di fertilizzazione biologica riduce l’impronta energetica della coltivazione della cannabis ed avvantaggia le piante migliorando la crescita e riducendo la probabilità di problemi causati da un eccessivo apporto di sostanze nutritive.

ECO growing

I migliori consigli per coltivare erba più sostenibile

Ecco alcuni suggerimenti fondamentali per chi desidera una rapida panoramica sui metodi di coltivazione più ecologici:

  • Comprendere l’impronta energetica della stanza di coltivazione e identificare quali componenti consumano più energia
  • Installare lampade a LED, poiché questa è la tecnologia di illuminazione artificiale per la coltivazione più efficiente dal punto di vista energetico
  • Impostare un ciclo di luce 18/6 durante la fase vegetativa
  • Anticipare la fase di fioritura
  • Applicare tecniche di controllo climatico passivo
  • Installare sistemi automatizzati per rendere più efficiente il processo di coltivazione
  • Usare concime biologico e, se possibile, produrlo in casa!

Rendere la coltivazione dell’erba più economica ed ecologica

È evidente che il fabbisogno energetico diretto ed indiretto della coltivazione di cannabis siano notevoli. Dall’intenso consumo energetico dei sistemi di illuminazione agli impatti meno ovvi, ma ugualmente significativi, di acqua, fertilizzanti e controllo del clima, ogni aspetto della coltivazione indoor ed outdoor contribuisce all’impronta energetica complessiva della produzione di cannabis.

Tuttavia, grazie anche ai consigli ed alle tecniche riassunte in questa guida, i coltivatori possono oggi seguire un percorso più ecologico ed economicamente vantaggioso. Installando sistemi di illuminazione a LED, ottimizzando i controlli ambientali, sfruttando le fonti di energia rinnovabili ed adottando pratiche sostenibili, è possibile ridurre significativamente il consumo diretto di energia delle coltivazioni. Inoltre, prendendo in considerazione l’impatto ecologico più ampio delle attività di coltivazione, i metodi come il compostaggio, il riciclo, la raccolta dell’acqua piovana e l’uso di concimi biologici aiutano a soddisfare in modo ecologico anche le necessità energetiche indirette di una coltivazione di cannabis.

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